Il MIT (Massachusetts Institute of Technology), una delle università più prestigiose al mondo fucina di premi Nobel e di illustri personalità del domani, ha sviluppato un materiale inedito, che potrebbe avere delle ripercussioni pure sul settore automotive. Dopo ore e ore di intenso studio, i ricercatori dell’ateneo hanno ideato un materiale gelatinoso, potenzialmente in grado di sostituirsi un giorno al metallo. Dalla consistenza morbida e resistente, sulla falsariga di un tessuto biologico, questa idea innovativa permette di condurre l’elettricità un po’ come avviene con i metalli convenzionali. Gli esiti positivi ottenuti nei test hanno spinto gli autori a illustrarne le caratteristiche in veste ufficiale.
Come un gel può sostituire il metallo nella conduzione elettrica
I responsabili dell’iniziativa hanno preso a riferimento elettrodi flessibili e gommosi, con l’obiettivo di creare qualcosa di mai visto prima, con un impatto concreto e tangibile sulla componentistica. Ad esempio, è possibile ottenere pure inchiostro stampabile. Le modalità di applicazione risultano infinite e, anche se occorreranno tante sessioni sul campo prima di accertarne l’effettiva versatilità, i segnali risultano incoraggianti.
Riprendendo quanto detto in apertura, il materiale in questione è un idrogel polimerico conduttivo ad alte prestazioni, e non ha dei metri di paragone. Nella prospettiva di medio-lungo periodo andrebbe a sostituire i metalli, sotto forma di elettrodi funzionali a base di gel, aventi l’aspetto di tessuto biologico.
Le modalità in cui potrebbe trovare impiego riguardano sì l’industria delle quattro ruote, ma avrebbero pure altre declinazioni. Difatti, avrebbe degli effetti diretti pure in campo medico. Lo ha spiegato Hyunwoo Yuk, co-fondatore di SanaHeal, una start-up specializzata nella progettazione e fabbricazione di dispositivi medici.
Stando alle sue parole, il funzionamento è analogo a quello degli elettrodi metallici, ma prevede del gel simile alle sostanze presenti nel corpo umano e con una quantità d’acqua simile. Per certi versi, ricorda un tessuto o un nervo artificiale. La duttilità della soluzione promette di determinare una grande svolta nei mezzi in possesso degli operatori.
Oltre a Yuk, ne hanno parlato Xuanhe Zhao, professore di ingegneria meccanica e ingegneria civile e ambientale al MIT, nonché altri stimati membri dell’università. Le scoperte effettuate e le possibili conseguenze sono state illustrare tra le pagine della rivista scientifica Nature Materials. Tra i coautori dello studio figurano pure Thao Zhou, primo autore ed ex postdoc del MIT ora assistente professore alla Pennsylvania State University, e colleghi della Jiangxi Normal University of Science and Technology e della Shanghai Jiao Tong University.