L’incontro tra i vertici di Stellantis e i sindacati per discutere del futuro dello stabilimento di San Nicola di Melfi, previsto per il 29 giugno, è stato rinviato a data da destinarsi. La ragione di questo slittamento è la volontà di coinvolgere nell’incontro Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, o almeno un suo delegato. Si tratta di un obiettivo ambizioso ma non impossibile, visto che la questione Stellantis è stata al centro del dibattito politico e sindacale a livello locale, regionale e nazionale.
Stellantis Melfi: slitta l’incontro con i sindacati che doveva svolgersi il 29 giugno
Lo stabilimento di Melfi, infatti, è uno dei più produttivi e innovativi del gruppo automobilistico franco-italiano, nato dalla fusione tra FCA e PSA. Negli anni passati, i lavoratori di Melfi hanno dimostrato flessibilità, professionalità e dedizione, accettando orari e turnazioni diverse rispetto ad altri siti produttivi e contribuendo al successo dei modelli Jeep Renegade e Fiat 500X. Tuttavia, con il cambio di gestione e la crisi del settore auto causata dalla pandemia, lo stabilimento ha subito una riduzione della produzione e del personale, con molti dipendenti trasferiti temporaneamente in altri impianti.
I sindacati chiedono quindi a Stellantis di chiarire quali siano i suoi piani per il futuro di Melfi, in termini di investimenti, modelli, occupazione e formazione. Si tratta di una richiesta legittima e urgente, per garantire la continuità e la competitività di uno dei poli industriali più importanti della Basilicata e dell’Italia meridionale. L’incontro rinviato non deve essere interpretato come un segnale negativo o come una mancanza di interesse da parte dell’azienda, ma come un’opportunità per preparare una discussione più approfondita e costruttiva tra le parti. Si spera che la nuova data venga fissata al più presto e che l’incontro possa portare a delle soluzioni positive per il futuro di Stellantis e dei suoi lavoratori.
Questo incontro era stato fissato per discutere i piani futuri dello stabilimento di Melfi e delle aziende dell’indotto. I sindacati avevano avviato una procedura di raffreddamento per chiedere risposte ai problemi della fabbrica, tra cui la riduzione della produzione, il trasferimento dei dipendenti in altri impianti e la mancanza di investimenti. L’incontro doveva svolgersi al Ministero dello Sviluppo Economico con la presenza dei rappresentanti di Fim, Uilm, Fismic, Ugl Metalmeccanici e Aqcf