Come si legge sul sito internet del Centro Storico Fiat di via Chiabrera, a Torino, ormai da diversi mesi “il museo è chiuso fino a nuovo avviso”. D’altronde le voci su una possibile definitiva chiusura dell’edificio liberty che ospita il Centro Storico Fiat, fondato nel 1963, si rincorrono ormai da qualche mese con l’insistenza di chi sa, ma non vuole esporsi fino alla necessaria ufficialità del caso.
Sembra sempre più evidente che il Centro Storico Fiat potrebbe quindi chiudere a stretto giro di posta, introducendo timori e perplessità che potrebbero presto diventare cosa certa. Già tra la fine di aprile e l’inizio di maggio scorsi, a Torino qualcuno si era mosso per provare a bloccare una condizione corroborata da voci già insistenti allora. Il Consiglio della Circoscrizione 8, ovvero la macro-zona della città di Torino che comprende i quartieri San Salvario, Borgo Po e Cavoretto, aveva approvato all’unanimità un Ordine del Giorno necessario alla valorizzazione e alla salvaguardia delle attività del Centro Storico Fiat. Il coordinatore della Circoscrizione citata, Enrico Foietta, aveva ammesso che il Consiglio era venuto a conoscenza del fatto che il Centro Storico Fiat “potrebbe essere trasferito ad Arese presso il Museo Storico Alfa Romeo”; secondo lo stesso Foietta, il trasferimento del Centro Storico Fiat “sarebbe una grande perdita per tutti”.
La volontà dell’Ordine del Giorno del maggio scorso era quella di rivolgersi a sindaco e assessori della Città di Torino per intraprendere un colloquio risolutivo sulla questione con Stellantis. Il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA aveva però smentito le voci su un possibile trasferimento del museo, e quindi della conseguente chiusura definitiva della sede torinese.
Il Centro Storico Fiat rappresenta una fra le più importanti realtà museali e archivistiche legate all’automobile in Italia
Il Centro Storico Fiat venne inaugurato nel 1963 presso l’edificio liberty che ha rappresentato il primo ampliamento delle officine Fiat di Corso Dante, la stessa sede dove nacque il costruttore. Oggi il Centro Storico Fiat ospita una collezione di automobili di notevole interesse, una trentina di vetture come la iconica prima Fiat 3½ HP del 1899 o la Mefistofele che nel 1924 riuscì a battere il record di velocità mondiale assoluto. Non mancano una 8V, il prototipo di utilitaria 700 e anche il primo trattore Fiat 702 del 1919, la Littorina, l’autocarro 18BL e l’iconico caccia G91 dell’ingegnere Giuseppe Gabrielli.
Il Centro Storico Fiat rappresenta la più importante realtà museale e archivistica dell’Italia dell’automobile. L’archivio storico è infatti particolarmente ricco di documenti. Si riscontrano infatti oltre 300.000 disegni tecnici, 18.000 mila manifesti, 1.300 bozzetti pubblicitari, 6 milioni di fotografie e 200 ore di filmati. All’interno del Centro Storico c’è anche posto per alcuni dipinti di autori del Novecento Italiano come Marcello Dudovich, Mario Sironi e Felice Casorati.
La documentazione cartacea del Centro Storico Fiat è vincolata dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali del Piemonte e viene disposta in 5 chilometri di scaffali e include fondi personali di progettisti iconici come Dante Giacosa e Giuseppe Gabrielli. CI sono poi le importanti documentazioni di aziende che hanno orbitato nella galassia del costruttore torinese come Abarth, Fiatagri, Autobianchi, Fiat-Allis, OM, Lancia Spa, Fiat Avio, Fiat Ferroviaria, Nebiolo, Grandi Motori, Teksid. Nell’archivio trovano posto i registri di produzione, i manuali di officina, i prospetti di omologazione e i libretti di uso e manutenzione.
Il vincolo della Sovrintendenza non scongiurerebbe l’ipotesi di una demolizione
Va detto che negli ultimi venti anni molte strutture del primo nucleo di stabilimenti Fiat nei pressi della palazzina del Centro Storico sono state già demolite o comunque pesantemente riviste.
Come accennato, già all’indomani della Pandemia la collezione del Centro Storico Fiat è stata chiusa al pubblico sebbene l’accesso venga ancora garantito su appuntamento. Secondo quanto è già noto, il vincolo attuale non impedisce che l’edificio comunque di pregio possa essere demolito e nemmeno che i beni disponibili al suo interno possano essere spostati altrove. Di conseguenza la mancanza di questa condizione potrebbe cambiare per sempre il destino dell’attuale Centro Storico Fiat. Ora, le voci che si rincorrono potrebbero porre per sempre la parola fine a un pezzo importantissimo della storia industriale e dell’auto in Italia visto che la collezione e lo sconfinato archivio di Fiat rischiano di essere messi da parte per sempre; o forse trasferiti altrove.