Una Fiat 600 Multipla Taxi del 1964 è stata battuta all’asta da RM Sotheby’s, a St Moritz, per la strepitosa cifra di 103.500 franchi svizzeri, pari a circa 108.000 euro al cambio odierno. Si tratta di un primato per la specie. L’esemplare passato di mano faceva parte della collezione Iseli. Completamente restaurato e ricostruito secondo le specifiche dei mezzi di trasporto pubblici – con caratteristiche d’epoca come il tassametro, l’insegna sul tetto illuminata e il portapacchi – sfoggia la classica livrea bicolore nero su verde.
Gli interventi di “ringiovanimento”, eseguiti tra il 2007 e il 2009, hanno imposto una spesa di 50.000 franchi: roba da auto di classe superiore. La prima immaricolazione del modello avvenne a Como, il 4 aprile del 1964. Facile immaginare quante storie potrebbe raccontare un’auto del genere, se avesse una bocca per parlare.
Nell’universo dei mezzi di trasporto, pochi modelli hanno incarnato la stessa versatilità e creatività della Fiat 600 Multipla. Questa strana opera a quattro ruote, presentata al Salone di Bruxelles del 14 gennaio 1956, è una testimonianza del genio italico, che emerge nella sua concezione. Stiamo parlando di una vettura rivoluzionaria, che ha avuto un impatto indelebile nella storia della mobilità del nostro paese. In un mercato spesso appiattito su certi cliché, a lei è toccato il compito di portare un’iniezione di stile e versatilità senza precedenti, col suo design stravagante e il suo spirito pratico.
Quando la Fiat 600 Multipla fece il suo debutto, gettò le basi per una nuova categoria di veicoli: i monovolume. La carrozzeria, con i suoi tratti espressivi diversi dal resto, era tutto fuorché convenzionale. Questa originalità era evidente fin dal primo sguardo. L’abitacolo poteva ospitare fino a sei persone, distribuite su tre file di sedili. Ma la vera magia stava nella sua capacità di trasformazione. Ribaltando quattro piani di seduta, si apriva uno spazio di carico sorprendentemente ampio (oltre 1,75 metri quadrati), in grado di accogliere anche oggetti molto ingombranti, su uno spazio esterno contenuto in termini dimensionali.
Il nome “Multipla” non poteva essere più azzeccato: sottolineava efficacemente la natura flessibile del modello. La capacità di adattarsi ai diversi bisogni e i costi di gestione particolarmente contenuti hanno reso la vettura torinese un punto di riferimento per i tassisti e le famiglie italiane per oltre un decennio. Sul piano strutturale, la Fiat 600 Multipla derivava dalla 600 berlina, una compatta a due porte e quattro posti, con trazione e motore posteriori. L’idea di creare una versione monovolume di quella vettura era audace e innovativa sin dall’inizio.
Il presidente e amministratore delegato, Vittorio Valletta, aveva dato il via al progetto nel 1953. L’esito di questa coraggiosa proiezione mentale fu svelato in Belgio, lasciando il pubblico a bocca aperta. Prima del debutto del modello, una 600 berlina aveva dimostrato la sua tenacia in un epico raid da Roma a Calcutta nel 1955, percorrendo oltre 12.000 km in soli 11 giorni. Quell’impresa catturò l’immaginazione del pubblico e contribuì a preparare il terreno per il successo della Fiat 600 Multipla.
Stiamo parlando di un’auto dal design stravagante e fuori dalle convenzioni. La parte anteriore era quasi completamente verticale, mentre la coda scendeva in modo deciso, creando un aspetto che confondeva gli sguardi. Su strada si aveva quasi l’impressione che la vettura viaggiasse al contrario, con la coda al posto del muso. Questo stile inconfondibile suscitava curiosità ovunque andasse. Ancora oggi è così.
La Fiat 600 Multipla era dotata di quattro porte: due anteriori con apertura controvento e due posteriori, più tradizionali. Forse non tutti sanno che la vettura torinese aveva persino la capacità di trasformarsi in un mini-camper con un “letto matrimoniale” posteriore, come suggerito nella pubblicità dell’epoca. Una delle versioni più iconiche del modello era il taxi verde e nero. Questa configurazione invase rapidamente le città italiane, diventando un simbolo del boom economico del dopoguerra. Con la sua capacità di trasportare più passeggeri rispetto ai taxi tradizionali, rese i viaggi più comodi ed economici per molte famiglie e pendolari.
Sul piano propulsivo, la prima serie dell’auto godeva della spinta di un motore da 633 centimetri cubi. Tuttavia, a partire dalla fine dell’estate del 1960, fu introdotta una versione con un motore più grande, da 767 centimetri cubi, segnando l’inizio della seconda serie, nota come 600 D Multipla. Questo migliorò le prestazioni senza aumentare eccessivamente i consumi, rimanendo fedele al principio fondamentale di contenimento dei costi operativi.
Nonostante l’evoluzione dell’industria automobilistica, il nome “Multipla” è tornato in auge nel 1998 con una moderna monovolume, che ha ripreso il concetto di versatilità dell’originale. Tuttavia, nel cuore delle persone, la Fiat 600 Multipla originale continua ad occupare un posto speciale e insostituibile. La versione degli anni romantici ha scritto la storia dell’automobile italiana con uno stile unico e un’innovazione senza precedenti, facendo strada a una nuova era di veicoli versatili e funzionali. La sua eredità perdura, celebrando l’ingegno italiano e la capacità di sfidare le convenzioni. Il fatto che in un’asta prestigiosa un esemplare della specie sia passato di mano a cifra record non fa altro che confermarlo.
Fonte | RM Sotheby’s