Fiat 500 elettrica, la citycar a zero emissioni lanciata nel 2020, potrebbe subire un ridimensionamento della sua produzione nello stabilimento di Mirafiori, a Torino. Il motivo è la domanda inferiore alle aspettative, che ha portato il gruppo Stellantis a richiedere un nuovo periodo di cassa integrazione per i lavoratori dell’impianto.
Altre due settimane di stop alla produzione: la domanda è inferiore alle attese per Fiat 500 elettrica
Stellantis ha chiesto due settimane di cassa integrazione, dal 19 ottobre al 3 novembre, che si aggiungono al fermo produttivo già in corso questa settimana. Lo stop riguarda anche le linee dei modelli Maserati, ma soprattutto la Fiat 500 elettrica, che era stata presentata come il simbolo della rinascita del marchio italiano.
La Fiat 500 elettrica, infatti, non sta riscuotendo il successo sperato, sia in Italia che in Europa. Le previsioni produttive per il 2023 potrebbero essere riviste al ribasso, da 100 mila a 80 mila unità l’anno, con una riduzione del 20 per cento. Si tratta di una situazione preoccupante, che mette in dubbio la sostenibilità del progetto e il futuro dei lavoratori.
La crisi della Fiat 500 elettrica non è un caso isolato nel panorama europeo. Anche Volkswagen, il leader mondiale dell’auto elettrica, ha dovuto affrontare problemi simili nei suoi stabilimenti di Zwickau e Dresda, dove produce i modelli della famiglia ID. A causa della scarsa domanda, il gruppo tedesco ha annunciato tagli alla forza lavoro e riduzioni della produzione.
Questi episodi evidenziano le difficoltà che il settore dell’auto elettrica sta incontrando in Europa, nonostante gli incentivi governativi e le normative ambientali sempre più stringenti. La transizione all’elettrico richiede investimenti elevati, infrastrutture adeguate e una sensibilizzazione dei consumatori, che ancora non sembrano pronti ad abbandonare i motori termici.
La Fiat 500 elettrica rimarrà comunque in produzione a Mirafiori anche con la sua futura generazione, come confermato dai dirigenti di Stellantis. Si tratta di un impegno importante per il gruppo, che ha scelto lo stabilimento torinese come polo strategico dell’economia circolare. La speranza è che la domanda possa riprendersi nei prossimi mesi e che la Fiat 500 elettrica possa tornare a essere un’auto di successo.