Nelle scorse ore, come abbiamo riportato in un articolo dedicato, Fiat Chrysler Automobiles (FCA) ha annunciato che è pronta a iniziare la produzione della versione ibrida plug-in del suo Jeep Renegade che si svolgerà nello stabilimento di Melfi. Dunque, si tratta di un altro importante passo in avanti verso l’elettrificazione dell’intera gamma del gruppo automobilistico italo-americano per soddisfare le più severe norme sulle emissioni.
La settima più grande casa automobilistica del mondo ha dichiarato a giugno che investirà 9 miliardi di euro in auto elettriche ed ibride nei prossimi 5 anni per riuscire a diventare pienamente conforme alle normative sulle emissioni in tutti i paesi. Oltre a questo, Jeep si impegnerà a eliminare totalmente i motori diesel dalla sua gamma europea entro il 2021.
Jeep Renegade: emergono in rete le prime foto spia della versione ibrida plug-in
Come detto poco fa, il nuovo Jeep Renegade ibrido plug-in, atteso sul mercato nei primi mesi del 2020, verrà prodotta nello stabilimento FCA di Melfi che attualmente si occupa della produzione del Renegade con propulsore classico e della Fiat 500X.
In base a quanto dichiarato da Pietro Gorlier, il nuovo responsabile dell’area EMEA di FCA, sono stati investiti più di 200 milioni di euro per la creazione del nuovo motore. Entro il 2022, inoltre, Fiat Chrysler prevede di proporre un totale di 12 sistemi di propulsione elettrici e veicoli completamente elettrici, ibridi plug-in e ibridi completi (30 diversi modelli in totale).
Dopo questa premessa, nelle scorse ore sono emerse in rete delle foto spia molto interessanti che mostrano una versione ibrida del Jeep Renegade. La cosa strana è che il suddetto esemplare del SUV compatto ha una targa del Michigan, quindi, molto probabilmente, potrebbe trattarsi del primissimo test.
Dalle immagini leaked possiamo vedere come l’esemplare in questione potrebbe basarsi sulla vecchia generazione del crossover compatto e non sul Model Year 2019. Ad esempio, sono assenti i fari Full LED sia sulla parte frontale che su quella posteriore.
Sappiamo che Sergio Marchionne, ex amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, aveva rifiutato a lungo il passaggio all’elettrico, sostenendo che lo avrebbe fatto soltanto se la vendita di auto elettriche potesse portare profitto.
Addirittura, l’ex top manager italo-canadese aveva esortato i clienti di non acquistare la Fiat 500e negli Stati Uniti perché ad ogni vendita perdeva soldi. Tuttavia, il successo ottenuto da Tesla e la necessità di rispettare le regole sempre più severe sulle emissioni, costrinsero Marchionne a impegnarsi. Adesso, Mike Manley, il successore, ha promesso di continuare la strategia presentata a giugno in occasione dell’Investor Day di Balocco.
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