Una Ferrari 250 GT 2+2 (nota negli USA come GTE) sarà battuta all’asta da Bonhams Cars, nella sessione di vendita dell’8 ottobre, che andrà in scena a Zoute. L’esemplare, con telaio numero 2353, risale al 1961 e si concede alla vista in condizioni spettacolari. Per questa vettura del “cavallino rampante” le stime della vigilia ballano in ventaglio di valori da 450 mila a 650 mila euro.
Da nuova, la magnifica coupé fu consegnata in Belgio, tramite l’importatore Jacques Swaters e la sua concessionaria Garage Francorchamps. Acquirente del modello fu un certo signor Desoer, la cui famiglia era originaria della regione di Liegi. L’abbinamento cromatico attuale è quello corretto, perché uguale a quello iniziale: Bianco 12435 MM per la carrozzeria e Nero VM 8500 per i pellami dei rivestimenti dell’abitacolo.
Questa miscela cromatica esalta l’eleganza dell’auto, conferendole un tocco di sobrietà, intonato alla sua natura di granturismo “familiare”. Anche la casa madre scelse questa tinta per l’esemplare immortalato nel suo catalogo e nei depliant per la stampa. Fatturata da Ferrari Sefac al Garage Francorchamps il 23 marzo 1961, la vettura in esame fu immatricolata dal facoltoso proprietario il 7 giugno dello stesso anno.
Secondo owner di questa Ferrari 250 GT 2+2, a partire dal 1975, fu un collezionista belga con una quantità strepitosa di modelli di Maranello in garage. Stranamente decise di far riverniciare l’auto in grigio metallizzato, magari per questioni ottiche legate alla line-up. Il tizio custodì la grossa coupé emiliana nella sua raccolta per circa 30 anni, poi la cedette. Era il 2005, quando l’esemplare andò ad impreziosire un’altra collezione del “cavallino rampante”, sempre in Belgio.
Per fortuna il nuovo acquirente decise di intraprendere un restauro completo, affidato a Dino Cognolato, nel corso del quale la vettura recuperò le specifiche cromatiche iniziali. A lavori ultimati, la Ferrari 250 GT 2+2 di cui ci stiamo occupando ricevette la certificazione Ferrari Classiche, che risale al mese di giugno del 2009.
Come riferisce la scheda di vendita di Bonhams Cars, con l’attuale venditore, nel 2022, l’auto messa ora all’asta ha ricevuto un Platinum Award da 100 punti al Cavallino Classic di Modena e si è classificata seconda allo Zoute Concours d’Élégance dello stesso anno. L’esemplare vanta anche il “Libro Rosso” Ferrari Classiche. A suo favore giocano uno stato di forma eccezionale e la storia ampiamente documentata.
Nel regno delle auto da sogno, la Ferrari 250 GT 2+2 occupa un posto di rilievo, almeno fra le vetture sportive con abitacolo generosamente dimensionato. Questa elegante creatura è stata la prima auto a quattro posti prodotta in larga scala dalla casa di Maranello: un’eccellenza espressiva che ha mescolato con successo il DNA sportivo di Ferrari con una dose di praticità familiare.
Il maestro Pininfarina adattò abilmente il telaio della 250 GT Coupé per offrire ai passeggeri posteriori uno spazio più confortevole rispetto alle “rosse” precedenti. L’interasse rimase invariato, ma la lunghezza e la larghezza crebbero in modo da garantire spazio sufficiente. Il gruppo propulsivo fu spostato in avanti, creando un abitacolo più generoso. Questa fusione di forma e funzione è stata una testimonianza dell’eccellenza estetica di Pininfarina e dell’efficienza delle auto Ferrari, a prescindere dal segmento commerciale occupato.
La carrozzeria della 250 GT 2+2 ha tenuto conto di accurati studi aerodinamici, che hanno concorso a definire una linea elegante e affascinante. Nonostante l’aumento delle dimensioni, il peso è cresciuto di soli 80 chilogrammi rispetto alle 250 a due posti secchi, da cui mutuava il telaio e le componenti tecniche: un risultato sorprendente, derivante da una progettazione meticolosa.
Sotto il cofano, batteva un cuore rampante: un motore V12 con un angolo di 60 gradi tra le bancate, capace di erogare 240 cavalli di potenza a 7000 giri al minuto. Tre carburatori Weber a doppio corpo si occupavano di alimentare questa belva meccanica, creando una sinfonia sonora, che si elevava a firma distintiva delle sue danze. La trasmissione era gestita da un cambio a quattro rapporti sincronizzati, con overdrive sulla quarta marcia.
Le sospensioni anteriori erano indipendenti, mentre al retrotreno c’era un solido ponte rigido. La 250 GT 2+2 raggiungeva una velocità massima notevole, sfiorando i 230 km/h. Per frenare le sue esuberanze dinamiche furono montati dei dischi su tutte e quattro le ruote.
Un’edizione successiva fu equipaggiata con il V12 da quattro litri della 330 America, ma la vera essenza della 250 GT 2+2 risiede nel cuore da 3 litri. Questa Ferrari è una testimonianza del fatto che non tutte le auto da sogno devono essere delle sportive a due posti secchi: c’è pure qualche eccezione. La vettura in esame, con il suo stile, le sue prestazioni e le sue emozioni, ha conquistato il cuore di chiunque si sia mai trovato a bordo. Parlare di un’autentica opera d’arte su quattro ruote è appropriato, anche se le coupé biposto hanno una marcia in più come fascino e dinamiche.
Fonte | Bonhams Cars