Stellantis, il gruppo automobilistico nato dalla fusione tra FCA e PSA, è vicino a siglare un accordo con il governo italiano sulla produzione di veicoli nel nostro Paese. Lo ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo in collegamento con il Forum della Piccola Industria di Confindustria a Pavia.
L’accordo tra governo italiano e Stellantis sarebbe ormai ad un passo
“Annuncio nelle prossime settimane, obiettivo un milione di veicoli”, ha detto Urso, secondo quanto riportato da vari media. Il ministro ha spiegato che l’accordo con Stellantis segue quello già raggiunto con l’Anfia, l’associazione dei costruttori di auto, e che prevede “obiettivi molto ambiziosi”. Si tratta di “cambiare i piani industriali di quando fu realizzata la fusione per incorporazione che ha dato vita a Stellantis”, ha aggiunto.
L’accordo con Stellantis dovrebbe garantire il mantenimento e il rilancio della produzione in Italia, dove il gruppo conta 12 stabilimenti e oltre 50 mila dipendenti. Tra le novità previste, come già vi abbiamo anticipato ci sarà la produzione di una quinta vettura a Melfi, dove attualmente si producono le Jeep Renegade e Compass e la Fiat 500X. Si tratterebbe di una nuova Jeep, che potrebbe essere un SUV elettrico o ibrido erede di Compass. Ma si parla anche dello spostamento della produzione di qualche modello inizialmente previsto all’estero in uno degli stabilimenti di Stellantis nel nostro paese.
Urso ha anche espresso la sua apertura ad accogliere altre case automobilistiche in Italia, soprattutto quelle che puntano sui veicoli elettrici e sulla transizione energetica. “Stiamo lavorando in maniera significativa perché ci siano altre case automobilistiche nel nostro Paese”, ha affermato.
L’accordo con Stellantis è atteso con ansia dai sindacati e dai lavoratori, che chiedono maggiori garanzie sul futuro occupazionale e industriale del gruppo in Italia, soprattutto dopo la chiusura dello stabilimento Maserati di Grugliasco e l’annuncio di vendita online. I sindacati hanno anche chiesto maggiori investimenti per la formazione e l’aggiornamento dei lavoratori, per consentire loro di acquisire le competenze necessarie per il cambiamento in atto.