L’acquisto dell’auto è uno degli eventi più importanti da un punto di vista economico nella vita di ogni persona e per questo motivo va analizzato nei minimi dettagli.
Negli ultimi anni il mercato dell’automobile è in crisi e per poter mettere un freno a questo trend le fabbriche automobiliste hanno investito molto nelle pubblicità di acquisti a rate: numero di rate molto elevato e “tasso zero”.
Procediamo con ordine. Se per confrontare i dati tecnici delle auto utilizziamo dei valori comuni, come ad esempio i cavalli e la cilindrata, allo stesso modo per poter confrontare i prestiti bisogna utilizzare degli indici ben precisi: il TAN e il TAEG. Ormai tutti avranno sentito almeno una volta questi due indici ma proprio perché se ne è inflazionato l’uso si finisce per non sapere concretamente cosa indichino. A tal proposito, ci aiuta Bankitalia tramite il suo sito a fissare le definizioni.
Per TAN, Tasso Annuo Nominale, si intende il tasso di interesse puro, espresso in percentuale, che viene applicato al capitale finanziato. Il TAN non comprende i costi accessori, ovvero tutte le spese aggiuntive che il cliente deve sostenere per la stipula del contratto. In base all’ammontare dell’importo finanziato e alla durata del prestito, il TAN permette di calcolare la quota di interesse che il cliente dovrà corrispondere all’ente finanziatore. La quota interesse, sommata alla quota capitale, viene a determinare l’importo delle singole rate. Il TAN, però, non è tuttavia sufficiente per il calcolo complessivo di un finanziamento e proprio per questo entra in gioco il TAEG. Infatti, il Tasso Annuo Effettivo Globale è espresso in percentuale e indica il costo effettivo del finanziamento considerando anche gli oneri e gli altri costi accessori legati alla pratica. Detto in poche parole TAEG racchiude contemporaneamente sia il TAN, cioè la percentuale di interesse che grava sul prestito, sia le spese di emissione della pratica e della documentazione.
Tutto molto bello (o forse noioso) ma una volta definite le regole del gioco vediamo come si comportano i giocatori.
Quando si varca la soglia di un concessionario la prima cosa che si cerca di fare è contrattare il prezzo del veicolo scelto. Niente di più sbagliato! Per incentivare le vendite, i venditori non si concentrano più sul margine di profitto realizzato sul veicolo bensì su quello realizzato tramite la sottoscrizione del finanziamento. In poche parole? Viene abbassato il prezzo dell’auto ma viene aumentato l’interesse sul finanziamento erogato da una società controllata dalla stessa casa che produce il veicolo. Alzi la mano chi ha mai sentito chiedersi quanto ha pagato la sua nuova auto fiammante. Bene. Ora alzi la mano chi si è mai sentito chiedere quanti interessi paga sul finanziamento dell’auto. E’ proprio qui la nuova strategia di vendita.
Come se non bastasse stanno prolificando sempre di più molti servizi aggiuntivi (come ad esempio il Prestito Protetto) legati al finanziamento che fanno alzare ancora di più i costi generali dell’operazioni. Servizi che possono rivelarsi utili ma che molto spesso vengono trasformati da facoltativi ad obbligatori per far si da costringere il consumatore a sottoscriverli.
La soluzione? Controllare sempre tutti i fogli informativi e leggere le note contrattuali prima di sottoscrivere il finanziamento. I più sbadati possono sempre affidarsi al diritto di recesso che permette di cessare il contratto stipulato entro generalmente 30 giorni dalla sottoscrizione.