La Peugeot 205 Cabriolet declinava in chiave scoperta la nota berlina di gruppo B della casa francese, che per anni regalò grandi emozioni alla clientela e al management del “leone”. Rispetto alla versione chiusa, lanciata nel 1983, giunse qualche anno dopo, avendo fatto il suo debutto in società nel 1986. Il compito di mutarla in questa variante fu affidato a Pininfarina, che sviluppò a Torino le scocche provenienti dalla Francia, prima di rispedirle oltralpe per essere completate con la parte meccanica.
Superfluo dire che la trasformazione e l’allestimento avvennero a regola d’arte, con un grande pregio estetico, anche con la capote chiusa, ma l’apice del fascino si raggiungeva nella veste en plein air. Pure le emozioni toccavano il loro diapason quando il conducente e i suoi passeggeri potevano deliziarsi di viaggi con l’aria sui capelli.
I rinforzi al telaio garantivano adeguata robustezza, contribuendo alla sicurezza attiva e passiva. A quest’ultima dava un apporto significativo il roll-bar ad arco tra le due file di sedili, pensato per mettere in protezione l’equipaggio in caso di ribaltamento. Il suo innesto non turbava la tela grafica ma contribuiva, stranamente, all’ottima riuscita del design. Un fatto più unico che raro, almeno nei segmenti bassi.
Anche oggi, a quasi 8 lustri dall’esordio, la Peugeot 205 Cabriolet esprime un grande fascino. Sicuramente porta bene il peso degli anni, soprattutto nelle versione speciali. In totale questa scoperta prese forma in 72.142 esemplari, l’ultimo dei quali uscì dalla linea produttiva nel 1996, quando calò il sipario sul ciclo costruttivo del modello.
Il “leone” scoperto di segmento B era alimentato inizialmente da unità propulsive a 4 cilindri da 1.4 litri. Poi giunsero i motori da 1.6 litri. Avevano questa cubatura le versioni al top della gamma, battezzate CTi, con 115 cavalli al servizio del piacere. Il cuore, nel caso in esame, era lo stesso della 205 GTi. Superfluo dire che il suo brio regalava un buon dinamismo sportivo, col supporto di un assetto all’altezza. Negli anni a seguire, la Peugeot 205 Cabriolet fu proposta ad un prezzo molto accessibile anche con l’unità propulsiva da 1.1 litri, nell’allestimento CJ ossia Cabriolet Junior.
La versione che, forse, più di tutte è entrata nell’immaginario collettivo, con le note del suo appeal, fu la serie speciale Roland Garros, con carrozzeria in verde metallizzato e capote elettrica bianca: un abbinamento di grandissima classe. Notevole anche il fascino degli interni in pelle bianca e tessuto grigio a quadri. In questa veste, la vettura scoperta della casa automobilistica francese guadagnava un fascino elitario, che la faceva piacere anche ai ricchi. Diciamo che era la versione più modaiola della già trendy Peugeot 205 Cabriolet. Una sorta di piccola vettura da Dolce Vita, in salsa francese.