La Lancia Flaminia Loraymo nacque nel 1960, in esemplare unico. Immagino che pochissimi conosceranno questa one-off dell’era romantica che, a dispetto della rarità, ha lasciato il segno, grazie al look fuori dagli schemi. Base di lavoro, per l’elaborazione formale, fu lo chassis di una più convenzionale Flaminia Coupé, da cui ereditò la meccanica. Sul fronte propulsivo rimase il motore V6 da 2.5 litri della donor car, in grado di sviluppare una potenza massima di 119 cavalli.
Completamente diverso, invece, l’aspetto. A concepirlo ci pensò il designer industriale Raymond Loewy, noto per l’iconica bottiglia in vetro della Coca-Cola ed il marchio delle sigarette Lucky Strike. Questo geniale personaggio statunitense, di origini francesi, aveva prestato servizio come stilista anche per la Studebaker e per alcuni costruttori di treni. Poi decise di crearsi su misura l’auto personale: la Lancia Flaminia Loraymo di cui ci stiamo occupando.
Ovviamente non poteva pretendere che fosse la casa madre a plasmarla sulle sue linee produttive o in qualche reparto speciale. Per questo Raymond Loewy si rivolse al carrozziere torinese Rocco Motto, che provvide a realizzargliela, dando evidenza materica ai suoi slanci creativi. Il debutto in società dell’esemplare unico avvenne al 47° Salone dell’Automobile di Parigi, nel mese di ottobre del 1960. La sigla di battesimo scelta per il modello miscelava una parte del cognome e del nome del committente/designer.
Fra le caratteristiche estetiche di questa insolita creatura a quattro ruote, uno spazio di primo piano se lo ritaglia l’ampia calandra a griglia, racchiusa in una cornice di acciaio cromato, libera di scorrere per svolgere la funzione di paraurti. Molto particolari anche i parafanghi anteriori arretrati e la collocazione dei gruppi ottici frontali. Nel profilo laterale spiccano le fiancate leggermente convesse, quasi ispirate alla sezione centrale della sinuosa bottiglia di Coca Cola, da lui ideata.
Il color ambra scuro metallizzato scelto per vestire la carrozzeria della Lancia Flaminia Loraymo ne valorizza i tratti e le alchimie volumetriche, dando risalto al gioco compositivo. Da notare la presenza, sul corpo vettura, di uno spoiler posteriore sul tetto, per ridurre la turbolenza aerodinamica. Una soluzione scelta, in modo differente, anche dalla successiva Stratos.