La Ferrari Testarossa targa non è mai uscita dai cancelli di Maranello, ma esiste. Un esemplare, del 1985, è stato trasformato in questo modo dalla carrozzeria belga EBS, con grande professionalità. A commissionare il lavoro fu un cliente statunitense, che ne andava fiero. Ora l’auto appartiene a un altro signore, altrettanto orgoglioso del suo possesso. Proprio lui, nel video che accompagna il post, offre alcune informazioni sul modello e racconta le emozioni che si vivono a bordo. Mi astengo dal giudizio sull’opera, perché ritengo che le auto del “cavallino rampante” andrebbero lasciate come mamma le ha fatte. Qualcuno, però, non condivide questo mio punto di vista, di natura, se vogliamo, religiosa. Ecco allora che ogni tanto spunta qualcosa di diverso.
Preferisco parlare della versione standard, di cui questa interpretazione conserva integralmente la meccanica. La Ferrari Testarossa si appresta a compiere i suoi primi 40 anni. Incredibile la freschezza con cui li porta, a livello stilistico. Sembra nata ieri, ma sono passati 8 lustri dalla sua presentazione, che avvenne al Salone dell’Auto di Parigi del 1984. Pininfarina ha messo la sua firma su un capolavoro di stile, che supera le insidie del tempo e delle mode. Pochissime auto possono reggere il confronto con lei, in termini di fascino.
Qui c’è il meglio dell’arte creativa italiana. Un capolavoro assoluto, destinato all’eternità. Chiunque, fra i nati dopo il 1970, collega più di ogni altro il suo nome a quello della casa di Maranello, in un binomio inscindibile. È un automatismo naturale. Questa berlinetta a motore posteriore-centrale è una vera gioia dei sensi. Non si finirebbe mai di ammirarla. Sergio Pininfarina ne andava fiero. Diceva che era un esempio notevole di granturismo classica modernamente interpretata.
Nata come erede della 512 BB, di cui conserva la meccanica, la Ferrari Testarossa si offriva agli sguardi con un carattere esuberante, in linea con la voglia di vivere degli anni ottanta. Era una perfetta interprete dei suoi tempi, quando i piaceri non si soffocavano per i dogmi dettati da grigi intellettuali abituati a una vita piatta e senza slanci sensoriali. Il suo specchio di coda e la vista di 3/4 posteriore restano esempi di insuperata bellezza. Anche il profilo laterale, la vista frontale e le altre prospettive d’osservazione sono al top.
Innamorarsi di questa creatura è un fatto spontaneo, che non richiede alcuno sforzo. Moltissime persone hanno avuto un suo poster in camera. Oppure un modellino in scala. I suoi tratti sono inconfondibili, come lo è il suo motore a 12 cilindri da 4943 centimetri cubi di cilindrata, con angolo di 180 gradi fra le bancate, che eroga una potenza massima di 390 cavalli a 6800 giri al minuto, con un picco di coppia di 490 Nm a 4500 giri al minuto. Tutto questo si traduce in performance di ottimo livello per una gran turismo, nonostante un peso a vuoto non proprio da fuscello: 1505 chilogrammi.
L’accelerazione da 0 a 100 km/h viene liquidata in 5.8 secondi, mentre il chilometro con partenza da fermo richiede 24.7 secondi. Supera la soglia dei 290 km/h la velocità massima. Numeri del genere, oggi, non lasciano a bocca aperta, ma vanno contestualizzati. Quando la Ferrari Testarossa fu portata al debutto erano di riferimento. Restano al top le emozioni, generosamente elargite da questa supercar, in grado di regalare buone doti di comfort nelle lunghe trasferte autostradali. Le musicalità meccaniche sono inebrianti, come il profumo della pelle Connolly che avvolge abbondantemente l’abitacolo di questa creatura da sogno del “cavallino rampante”. Molti ricordano le sue presenze cinematografiche. La più nota? Quella di Miami Vice. La Testarossa è stata la regina del suo tempo, un vero status symbol degli anni Ottanta. Ancora oggi è sul trono dei desideri. Chapeau! Qualcuno ha deciso di traformarla in una versione targa. A voi il video.