Il tempo passa, anche per i miti, ma su modelli come la Ferrari Testarossa non lascia rughe. Questa sportiva del “cavallino rampante” ha un fascino stilistico ancora attuale e una personalità che la stragrande maggioranza delle supercar moderne possono soltanto sognare. Inutile girarci intorno: qui siamo al cospetto di una delle auto sportive più belle di sempre.
Pininfarina, nel disegnarne i tratti, ha avuto un’ispirazione celestiale. Si tratta di una granturismo classica, modernamente interpretata, che stupisce con le sue alchimie espressive. Definirla una scultura a quattro ruote sembra riduttivo. Questa vettura è un capolavoro assoluto. Nello specchio di coda e nella vista di 3/4 posteriore la sua magia si sublima. Impossibile fare meglio. Anche le altre prospettive di osservazione regalano alla vista una tela incantevole.
La Ferrari Testarossa è un’icona, dal fascino indescrivibile. Il 2024 segna l’ingresso nell’anno del suo quarantesimo anniversario. Stanno per passare otto lustri dal suo debutto, avvenuto al Salone dell’Auto di Parigi del 1984, ma il suo look è attualissimo. Seduce anche l’interpretazione dell’abitacolo, dai lineamenti semplici, ma dalle atmosfere sfarzose, per l’ampio uso di pelle Connolly di prima scelta.
Ciò che rende davvero unici gli spazi interni è la trama volumetrica: sembra di essere dentro una navicella spaziale. E in effetti, questo era l’effetto che il modello fece al suo vernissage. Ancora oggi, in mezzo alle lamiere dei comuni veicoli, sembra qualcosa di incredibile, un’astronave proveniente da un universo più evoluto.
Erede della 512 BB, la Ferrari Testarossa ne ha mutuato il sistema propulsivo, con alcuni aggiornamenti. Sotto l’immenso cofano posteriore sviluppa la sua energia un corposo motore V12 da 5 litri di cilindrata, con angolo di 180 gradi fra le bancate. La potenza massima è di 390 cavalli a 6800 giri al minuto: ai suoi tempi, fra le GT, era una cifra di riferimento, come di riferimento sono le musicalità meccaniche, a dir poco straordinarie, che accompagnano le danze del modello.
Notevole il quadro prestazionale, solo in parte illustrato dall’accelerazione da 0 a 100 km/ in 5.8 secondi, dallo scatto da 0 a 1000 metri in 24.7 secondi e della punta velocistica di 290 km/h. Anche se questa creatura di Maranello ha un look racing, in realtà non è stata pensata per le piste, dove comunque se la cava abbastanza bene. Il suo regno sono i viaggi, su strade veloci e scorrevoli, dove regala un comfort sorprendente per un mezzo del genere.
Molti ricordano le sue presenze cinematografiche. La più nota è senza dubbio quella di Miami Vice. La Testarossa è stata la regina del suo tempo, un vero status symbol degli anni Ottanta. Ancora oggi è sul trono dei desideri, di giovani e meno giovani. Speriamo che la casa di Maranello le dedichi uno speciale tributo, come per l’altra icona del 1984, la GTO, che sarà celebrata in autunno con la seconda edizione del Legacy Tour. Auguri Regina!