Questa mattina incontro al Ministero delle Imprese e del made in Italy tra i rappresentanti di Stellantis, le parti sociali, sindacati e istituzioni locali per discutere di Mirafiroi. Tutti hanno chiesto a gran voce un nuovo modello per lo stabilimento di Mirafiori. Questo allo scopo di garantire la piena produzione della fabbrica dato che ultimamente Fiat 500 elettrica e le auto di Maserati non sembrano dare sufficienti garanzie per la piena occupazione della fabbrica.
Il Ministro Urso chiede a Stellantis un nuovo modello per Mirafiori ma il gruppo per il momento non pare interessato
A quanto pare al momento non ci sarebbero in programma nuovi modelli per la fabbrica nonostante le richieste del Ministro Urso che ha detto chiaramente che spera che Stellantis si attivi per produrre un nuovo modello pensato per il mercato italiano. L’obiettivo è quello di arrivare ad almeno 200 mila unità prodotte all’anno dalla fabbrica. Secondo quanto riportato da alcuni rappresentanti dei sindacati il gruppo automobilistico non avrebbe per il momento intenzione di avviare nuove produzioni in Piemonte e si augura semplicemente che la Fiat 500e possa nuovamente vedere la sua domanda aumentare per poter arrivare ad almeno 100 mila unità prodotte all’anno.
Secondo i sindacati dunque Stellantis non sembra dare nessuna risposta e così il futuro dello stabilimento diventa sempre più difficile. Fiom, Uilm e Fim si dicono molto preoccupate della situazione e confermano la loro presenza il 12 aprile in piazza in occasione dello sciopero generale del settore auto a Torino.
Al momento il ritorno alle 200 mila unità prodotte all’anno sembra un miraggio con Stellantis che conferma la centralità di Mirafiori nei suoi piani futuri ma in concreto non fa alcuna promessa. Edi Lazzi, segretario generale Fiom-Cgil di Torino però ritiene che la produzione di Fiat 500e, delle auto di Maserati, l’hub di economia circolare e il Battery Technology Center non siano sufficienti a garantire il futuro della fabbrica che tra circa 7 anni rischia di chiudere quando la stragrande maggioranza degli addetti sarà ormai in età da pensione.