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Ferrari Hypercar “F250”: discendente di una stirpe nobile

Ormai dietro l’angolo il debutto più atteso di questi ultimi anni nel listino Ferrari.

Ferrari hypercar
Screen shot da video Varryx

Si avvicina il debutto della nuova hypercar stradale del “cavallino rampante” (nota con la sigla di progetto F250). La prossima Ferrari in serie limitata, come le progenitrici, andrà a porsi al top di gamma, come tecnologia, prestazioni, efficienza dinamica. Ancora non si conoscono le sue caratteristiche, ma pochi mesi ci separano ormai dal debutto del modello, che svelerà presto tutte la carte.

Quasi certa la rinuncia al motore V12, che non è una bella notizia per gli appassionati. Al suo posto dovrebbe esserci un motore ibrido meno frazionato, che fa tesoro delle esperienze maturate in gara in F1 e con la 499 P, l’auto del ritorno delle “rosse” sul gradino più alto del podio della 24 Ore di Le Mans, recuperando una connessione che mancava all’appello da troppo tempo.

Questa vettura continua il filone dei gioielli a quattro ruote aperto dalla GTO nel 1984 e proseguito con le successive F40, F50, Enzo, LaFerrari. Auto legate dal migliore rispetto della tradizione aziendale, oltre che da un DNA di razza: il riferimento assoluto della specie. Pur se unite da un chiaro feel rouge, hanno lasciato traccia indelebile nella storia per il carisma che singolarmente sono in grado di esprimere. Ciascuna di esse ha una spiccata personalità e si è ritagliata uno spazio esclusivo nel cuore di ogni persona che abbia gli ottani nel sangue.

Ferrari GTO del 1984

Ferrari GTO
Foto Ferrari

Ad aprire la famiglia, come dicevamo, ci ha pensato la GTO del 1984, chiamata impropriamente da alcuni 288 GTO. Qui il look sembra quello di una 308 pesantemente anabolizzata. Le proporzioni, però, sono completamente diverse. Anche la disposizione longitudinale del motore, al posto di quella trasversale dell’altra, ha inciso sulle geografie stilistiche, a dir poco sublimi, del modello, che tocca le vette dello splendore. Amare la GTO è un fatto naturale. Sotto il suo cofano posteriore pulsa un motore V8 biturbo da 2855 centimetri cubi, che mette sul piatto 400 cavalli di razza, in una tela dinamica sublime, che crea una connessione impeccabile fra auto e mezzo. Per molti appassionati è la “rossa” più esaltante dell’era moderna, almeno sul piano visivo.

Ferrari F40 del 1987

Ferrari F40
Foto Ferrari

Dopo di lei è giunta la fantastica Ferrari F40, icona assoluta della produzione moderna di Maranello. Questa è una delle “rosse” più affascinanti e coinvolgenti di tutti i tempi. Il suo look, firmato da Piero Camardella per Pininfarina, è qualcosa di indescrivibile nel suo sublime fascino. Sembra un prototipo scappato dalla pista di Le Mans, ma è anche perfettamente bilanciata nelle alchimie estetiche estreme. Al suo passaggio anche le mosche, i gatti e i cani si fermano ad ammirarla. Il fascino della F40 è magnetico. Questa vettura attira più di una calamita. Se l’estetica è al top, non meno introgante è la parte meccanica, pura, viscerale, unica. Qui il genio dell’ingegnere Nicola Materazzi ha creato un’armonia fra le variabili che solo un prodotto nato da un unico progettista, di straordinario talento come lui, poteva partorire. Qui tutto è armonico e non c’è alcun compromesso al ribasso. Anima energetica è un V8 biturbo da 2936 centimetri cubi, con 478 cavalli al servizio del piacere. E che piacere!

Ferrari F50 del 1995

Poi è stato il turno della Ferrari F50, il cui debutto in società avvenne nel 1995. La sua nascita fu fortemente voluta da Piero Ferrari, che accarezzava da tempo il desiderio di vedere una “rossa” fortemente imparentata con le monoposto di Formula 1. Qui il rapporto coi bolidi da Gran Premio è davvero molto intimo. Il motore a 12 cilindri da 4.7 litri di cilindrata, con angolo di 65° fra le bancate, deriva da quello della 640 F1 di Nigel Mansell. La potenza si spinge a quota 520 cavalli, a 8500 giri al minuto. Il vigore della spinta è più lineare rispetto alla progenitrice, agevolando lo sfruttamento del quadro energetico. Di sublime splendore le melodie meccaniche. Il cuore della F50 è uno dei più gradevolmente sonori mai costruiti dall’uomo. La sua liaison con le vetture da gara trova conferma nella monoscocca in fibra di carbonio, con gruppo motopropulsore imbullonato e collocato posteriormente che, insieme alla trasmissione, svolge una funzione portante. Le sospensioni sono push rod. Fra i plus del modello, la possibilità di godere delle perfomance en plein air.

Ferrari Enzo del 2002

Ferrari Enzo
Foto Ferrari

Dopo di lei fu il turno della Enzo, che celebra nel nome il fondatore della casa di Maranello. Rispetto alla progenitrice spinge ancora più in alto l’asticella, sul piano prestazionale e tecnologico. Lo stile cambia completamente registro, guadagnando un impatto scenico diverso. Anche se non c’è una connessione diretta con modelli storici del marchio, la sua forte originalità può essere connessa soltanto alla magia del “cavallino rampante”. Questa hypercar è immediatamente collegabile alla casa emiliana, anche da chi non vive con passione l’universo dell’auto. Vero concentrato di finezze progettuali, attinte a piene mani dai bolidi “rossi” della Formula 1, questa creatura è una vera gioia dei sensi. Molto evoluta la ricerca aerodinamica. Anche l’ingegneria è al top. I materiali sono di frontiera, concorrendo al contenimento del peso. Sotto il grande cofano posteriore esprime la sua energia un motore V12 aspirato, da 6.0 litri di cilindrata, con 660 cavalli di potenza massima. Il sound è spettacolare.

Ferrari LaFerrari 2013

Ferrari LaFerrari

Ultima discendente della stirpe di cui ci siamo occupati è la Ferrari LaFerrari. Anche se il nome è terribile, per il resto siamo al vertice assoluto della specie. Nel look di questa limited edition si nota una maggiore flessuosità dei tratti rispetto alla Enzo, ma la tensione visiva e l’aggressività non sono meno permeanti. Il suo fascino lascia a bocca aperta. Anche l’apparato tecnologico sorprende in modo molto felice. Qui siamo nell’Olimpo. Di tutte le hypercar in serie limitata di questa nobile famiglia è la più potente e prestazionale, oltre che la più avanzata, per i suoi contenuti altamente innovativi. Fra l’altro, è stata la prima auto del marchio, fra quelle destinate ai clienti, con l’alimentazione ibrida, senza intaccare nemmeno in minima parte il DNA del marchio emiliano. La spinta fa capo a un motore a benzina V12 da 6.3 litri di cilindrata, con oltre 800 cavalli, cui vanno sommati i 163 cavalli forniti dal KERS, ossia dal sistema di recupero e riutilizzo dell’energia cinetica, per una potenza combinata di 1000 cavalli. Le prestazioni sono stellari, come il sound. Ora si aspetta la sua erede, che farà ancora meglio, molto meglio.

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