Qualche decennio fa, la Ferrari Testarossa fu rivisitata da Koenig Specials, con un tuning molto spinto, sia sul piano estetico che su quello meccanico. Fino ad oggi non si erano visti in giro dei video di qualità su quella elaborazione. Oggi la lacuna è stata colmata. I ferraristi non ne sentivano la mancanza, ma nel mondo dell’auto ci sono anche molti curiosi e persone che apprezzano le trasformazioni eseguite sui mezzi a quattro ruote.
Ovvio che il prodotto finale non porti più il “cavallino rampante”: qui non si può parlare di Ferrari, anche se la Testarossa ha fatto da donatrice iniziale degli organi. Siamo al cospetto di una revisione molto forte, anzi radicale. Un’eresia. A me prodotti del genere non piacciono, ma nel mondo c’è chi la pensa in modo diverso e riesce pure ad apprezzarli. Così vanno le cose.
Nel lavoro di trasformazione, il preparatore tedesco c’è andato pesante con il classico repertorio del tuning, dando vita a una creatura solo vagamente imparentata con quella di partenza. Lo stile è stato sporcato del tutto, con una miscela di elementi votati alla più grande aggressività. Diversi gli step con cui la berlinetta del “cavallino rampante” è stata trattata dal tuner tedesco. Nel più vigoroso, lo stacco dalla Ferrari Testarossa, anche sul piano ottico, è molto forte. Guardando il video ve ne accorgerete meglio.
Potenza multipla di quella della Ferrari Testarossa
Per questa versione estrema fu scelto il nome di Koenig Competition Evolution II. Fra gli elementi stilistici più particolari, il grande alettone a tutta larghezza presente nella parte posteriore dell’auto. Nella sua definizione, fonte di spunto creativo fu l’analogo elemento presente sulla Ferrari F40. Sotto il pannello in plexiglass trova accoglienza il classico V12 da 5.0 litri, con angolo di 180 gradi fra le bancate, ma con una potenza massima spinta a 1000 cavalli, grazie a alla doppia sovralimentazione. Siamo ben oltre i 390 cavalli della configurazione standard.
In questa veste, il modello prese forma in una manciata di esemplari. Era in grado di scattare da 0 a 100 km/h in 3.5 secondi e da 0 a 200 km/h in 9.5 secondi. Incredibile la punta velocistica, nell’ordine dei 370 km/h. Ai suoi tempi erano cifre spaziali, ma anche oggi fanno impressione. Resta il fatto che si è persa la poesia di partenza. Il fascino del modello sottoposto a tuning non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello della Ferrari Testarossa. Anche la gestione dell’energia dinamica è meno lineare. Qui, l’esplorazione dei limiti è un esercizio per pochi eletti, dalle capacità di guida fuori dal comune. Il marchio bavarese fondato nel 1965 da Willy Koenig, infatti, non imbrigliò la potenza con controlli elettronici. Così i 1000 purosangue e le repentine scariche di coppia sono unicamente nelle mani del conducente, anzi del pilota. A voi il video!