Il fiorente business delle auto storiche può anche nascondere cavilli e problematiche. È probabilmente legato a qualcosa di simile la vicenda che ha coinvolto una Alfa Romeo Giulia TZ2, l’iconica Gran Turismo del Biscione nata nel 1965 che sostituiva la precedente TZ che aveva visto la luce due anni prima.
La vicenda giudiziaria della Giulia TZ2 protagonista di questa storia si lega alla 24 Ore di Le Mans, quando un esemplare venne coinvolto in un incidente andando completamente distrutto. Sebbene le informazioni, in tal senso, siano poco chiare e indisponibili possiamo immaginare che si tratti dell’esemplare ufficiale dell’Autodelta condotto alla classicissima de La Sarthe da Teodoro Zeccoli e José Rosinski nel 1965 e protagonista di un incidente in quell’edizione.
L’esemplare andò perduto mentre i suoi rottami furono recuperati per poi ricomparire, misteriosamente, all’importante fiera Auto e Moto d’Epoca di Padova del 2019 dove aveva attirato l’attenzione di estimatori e collezionisti provenienti da ogni angolo del Globo.
Il raggiro ha avuto per protagonista proprio una rara Alfa Romeo Giulia TZ2, rivelatasi poi un falso
Quella Alfa Romeo Giulia TZ2 si è resa però protagonista di un autentico raggiro che ha coinvolto un facoltoso collezionista capace di sborsare circa 820.000 euro per portarsi a casa quella che riteneva un’autentica TZ2. L’imprenditore e collezionista aveva avvistato la Giulia TZ2 appunto alla fiera Auto e Moto d’Epoca di Padova nel 2019, portata a Padova da un concessionario specializzato dopo che un importante collezionista italiano aveva deciso di vendere l’Alfa Romeo Giulia TZ2. Una volta concluso l’acquisto cominciano però ad emergere alcune situazioni poco chiare.
Quando si decide di avviare le pratiche per l’immatricolazione viene fuori che esiste già un’altra Giulia TZ con targa diversa, ma con lo stesso numero di telaio appartenente a un altro proprietario. Proprio quest’ultimo presenta una prima querela alla Procura della Repubblica sostenendo l’originalità della propria sportiva del Biscione dichiarata “unica al mondo” il cui valore effettivo sarebbe pure superiore ai 2 milioni di euro. Successivamente viene depositata una ulteriore querela da parte del collezionista che aveva acquistato l’Alfa Romeo Giulia TZ2 a Padova per 820.000 euro. Nello specifico sarebbe emerso che la punzonatura del telaio era disposta dalla parte sbagliata, il certificato di storicità e autenticità ASI corrispondeva a un furgoncino e il numero di telaio risultava contraffatto.
Un’indagine lunga tre anni
Da quel momento viene quindi avviata un’indagine, chiusa dopo tre anni dalla PM Valentina Sellaroli, attorno alle fosche vicende che avevano protagonista proprio la Giulia TZ2 con due persone indagate, a vario titolo, per tutta una serie di reati che chiaramente vanno dalla contraffazione alla ricettazione, fino alla truffa e al riciclaggio.
Dopo varie consulenze e analisi è infatti emerso che di quella Alfa Romeo Giulia TZ2 esisterebbero ben quattro esemplari (di cui uno disponibile negli Stati Uniti e uno di cui si è persa ogni traccia), in luogo di uno e un solo esemplare che sarebbe dovuto emergere dalla gestione dei rottami provenienti da quell’incidente a Le Mans; di conseguenza l’esemplare acquistato a Padova per 820.000 euro sarebbe stata una pseudo copia. D’altronde chi aveva comprato la Giulia TZ2 a Padova era convinto che quell’esemplare fosse unico, ma non era così.
Di conseguenza la PM Valentina Sellaroli ha posto sotto accusa il collezionista che aveva venduto l’Alfa Romeo Giulia TZ2, mediante l’intermediario, e l’intermediario stesso ovvero il concessionario specializzato. I capi di imputazione hanno fatto emergere le fasi che hanno permesso di contraffare il numero del telaio e anche come era stata gestita la presunta falsa denuncia per lo smarrimento del libretto di circolazione utile a poter reimmatricolare l’auto. Veri e propri stratagemmi che secondo la Procura sarebbero stati posti in essere per mettere a punto una truffa che avrebbe fruttato diverse migliaia di euro di introiti, accuse però respinte dagli indagati col concessionario che ha sostenuto di aver venduto l’Alfa Romeo Giulia TZ2 come “ricostruita”. Chiaramente adesso la Giulia TZ2 è stata sequestrata e non può circolare su strada visto che dispone di documenti non in regola.