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John Elkann: “Fiat poteva fare una brutta fine, come Olivetti o Alitalia”

Parlando con Avvenire John Elkann ritorna a parlare dei rischi corsi da Fiat in passato

John Elkann

John Elkann nelle scorse ore ha rilasciato un’intervista ad Avvenire dove ha detto cose molto interessanti. Il Presidente di Stellantis tra le altre cose ha parlato anche di Fiat. “Guardiamo ai fatti: vent’anni fa, il nostro destino era simile a quello dell’Olivetti, una delle grandi realtà del nostro Paese. Questa azienda, con il passare del tempo, è scomparsa a causa di varie proprietà, una gestione poco efficace e l’uso di ingegneria finanziaria al posto dell’innovazione di prodotto“, ha dichiarato.

Parlando con Avvenire John Elkann ritorna a parlare dei rischi corsi da Fiat in passato

“Un’altra opzione, altrettanto infelice, sarebbe stata la nazionalizzazione, come nel caso di Alitalia o dell’Ilva”, ha aggiunto. In sostanza, vent’anni fa tutti davano la Fiat per spacciata, ma non è stato così: “Attualmente, l’insieme delle nostre aziende dà lavoro a più di 74.000 persone in Italia. Negli ultimi 5 anni, abbiamo investito 14 miliardi di euro nel Paese, creando prodotti competitivi sui mercati globali“, ha sottolineato il Presidente di Stellantis.

Per quanto riguarda il rapporto con il governo italiano, argomento centrale delle cronache degli ultimi mesi, John Elkann ha chiarito che “è caratterizzato da massimo rispetto e dalla costante ricerca del dialogo, così come avviene con i governi di tutti i paesi in cui operiamo”. Inoltre, ha precisato che “siamo sempre disponibili al confronto per condividere le nostre prospettive e ascoltare quelle dei paesi in cui siamo presenti”.

Fiat logo

Infine, rispondendo alla domanda sulla possibilità di un futuro in Italia per la Fiat e la sua famiglia, John Elkann ha sottolineato il forte legame con la sede storica della casa torinese: “Malgrado il mio lavoro mi porti principalmente fuori dall’Italia, mia moglie e io abbiamo deciso di stabilirci a Torino: qui sono nati e cresciuti i nostri figli, qui hanno ricevuto il battesimo e frequentano la scuola.”: qui sono nati i nostri figli, qui sono stati battezzati e frequentano la scuola. Le nostre radici sono a Torino“, ha concluso, “un territorio a cui siamo profondamente legati e sul quale continuiamo a rafforzare il nostro impegno sociale“.

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