in

Scandalo airbag Takata: 100 milioni di veicoli coinvolti nel mondo, 25.000 vetture sostitutive per le Citroën coinvolte in Italia

La diffusione degli airbag a marchio Takata avviene subito dopo l’avvio della produzione partita negli Anni Novanta, in Giappone

Takata
Takata

Il recente richiamo che ha coinvolto circa 600.000 Citroën C3 e DS3 costruite fra il 2009 e il 2019, in merito a difetti riscontrati negli airbag frontali a marchio Takata per guidatore e passeggero ha riportato in luce una problematica purtroppo assai diffusa che si protrae ormai da troppo tempo.

Quello che coinvolge gli airbag Takata è infatti un vero e proprio scandalo che secondo le stime della NHTSA, la National Highway Traffic Safety Administration statunitense, ha già prodotto oltre 400 feriti e 27 morti registrati e riconducibili a tali difettosità nei soli Stati Uniti.

Quello che può essere definito, senza troppi giri di parole, un vero e proprio scandalo si protrae ormai da oltre 15 anni; lasso di tempo nel quale si sono registrati i primi incidenti legati ai sistemi di sicurezza prodotti dal produttore nipponico.

Al centro dello scandalo degli airbag Takata c’è una sostanza chimica utilizzata dal produttore

La diffusione degli airbag a marchio Takata avviene subito dopo l’avvio della produzione partita negli Anni Novanta, in Giappone. Ciò grazie soprattutto a un set di caratteristiche fondamentali: gli airbag del produttore nipponico sono più piccoli degli altri realizzati fino a quel momento e sono anche meno costosi rispetto alla concorrenza dell’epoca.

Durante i primi Anni Duemila iniziano però i primi sospetti su alcuni guidatori rimasti feriti a seguito di esplosioni più violente del normale da parte di airbag a marchio Takata. È il 2008 quando Honda emette i primi richiami ufficiali su migliaia di veicoli, quindi nel 2009 una ragazza americana muore dissanguata dopo essere stata colpita da una scheggia di metallo proveniente dalla bomboletta di gas utile al gonfiaggio degli airbag durante un incidente. Emerge quindi che Takata per i propri airbag adotta una sostanza chimica differente da quella adoperata da altri produttori di dispositivi di sicurezza identici. Si tratta del nitrato di ammonio, un composto che ha costi inferiori rispetto al tetrazolo che viene invece utilizzato con più frequenza; questo, in assenza di uno specifico agente essicante e in condizioni di caldo o umidità, raggiunge pressioni elevatissime che inducono la bomboletta che lo contiene a esplodere pure nell’evenienza di incidenti di lieve entità.

Negli USA sono stati sostituiti almeno 45 milioni di airbag

Cominciano così tutta una serie di inchieste da parte della NHTSA statunitense che prima coinvolgono la stessa Honda e poi virano proprio verso Takata. Aumenta così il numero di veicoli che vengono richiamati e anche i marchi coinvolti. Si inizia a comprendere che la diffusione è più ampia di ciò che appare, con almeno undici costruttori coinvolti tra i quali anche Citroën, Toyota, DS, Mazda, BMW e Ford. La necessità è quella di sostituire gli airbag probabilmente difettosi con un impatto economico senza precedenti con Takata che nel 2017 chiude i battenti dichiarando fallimento.

Secondo la National Highway Traffic Safety Administration statunitense fino a oggi sono stati sostituiti oltre 45 milioni di airbag Takata solo negli Stati Uniti. In Giappone si stima invece che le vetture coinvolte, su scala globale, sono almeno 100 milioni con numeri destinati a salire inesorabilmente.

DS3
Una DS3 come quelle coinvolte nel maxi richiamo del costruttore francese

Stellantis metterà a disposizione 25.000 veicoli sostituiti per il richiamo che coinvolge le Citroën C3 e DS3

Stellantis in questi giorni risulta coinvolta nelle problematiche derivanti dagli airbag Takata in virtù di un richiamo ufficiale che coinvolge circa 600.000 Citroën C3 e DS3 su scala globale. Tuttavia la questione sta sollevando non poche polemiche, visti i lunghissimi tempi di attesa relativi alla mancanza di ricambi utili a rimpiazzare le unità difettose.

Del caso se ne è occupata anche la nota trasmissione televisiva Mi Manda Rai Tre, dando voce alle parole di sconforto di tanti automobilisti che si sono visti recapitare una raccomandata dal costruttore francese con la quale si intimava lo stop all’utilizzo del proprio veicolo coinvolto dal richiamo. Secondo le associazioni dei consumatori, chi ha ricevuto l’avviso relativo al richiamo e risulta in attesa della riparazione, ha diritto a un’auto sostituiva o a un rimborso nel caso si trovi a noleggiarne una. All’interno della stessa trasmissione televisiva è stata pure letta una nota di Stellantis secondo la quale il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA sta mettendo a disposizione già 60.000 veicoli sostituitivi, per ovviare al caso, di cui almeno 25.000 destinati ai consumatori italiani.

Lascia un commento