Sembra essere cambiato tutto più in fretta della pianificazione industriale di breve periodo. Si parla di solito di piani ben studiati per grandi marchi e grandi strategie che possano incontrare il mercato. Ma cosa succede se questo sfugge di mano? Non siamo davanti a un indovinello, ma siamo davanti a delle decisioni che cambiano concretamente la vita su dei territori. E la decisione di ACC, la joint venture nel settore delle batterie per auto elettriche, cambia (o mette in standby) due siti, in Germania e in Italia, rispettivamente Kaiserslautern e Termoli.
L’azienda è direttamente sostenuta dal gruppo Stellantis, per il 45%, da Mercedes che ne detiene il 30%, mentre Saft, una divisione delle batterie di TotalEnergies, possiede il 25% della società. Dire che ACC ha deciso di annullare i piani per la costruzione di fabbriche in Germania e Italia, significa dire che queste grandi società che la controllano hanno deciso la direzione di questa operazione industriale. Il motivo, tecnicamente, è uno spostamento necessario verso la produzione di batterie a basso costo in un contesto di mercato in cui si assiste al calo della domanda di veicoli elettrici.
Il team della joint venture ha annunciato che “è necessario focalizzarsi sulla ricerca e lo sviluppo di batterie più economiche per offrire veicoli elettrici accessibili”. Dopo questa nuova fase di studio e sviluppo “si discuterà della fabbrica a Termoli, in Italia, alla fine del 2024 o all’inizio del 2025”. Oltre a ciò, quindi, è stata confermata anche la decisione di interrompere la costruzione della fabbrica a Kaiserslautern, in Germania.
Il mercato europeo dei veicoli elettrici ha subito una significativa frenata, con interessi alti e sussidi governativi che non sono sufficienti. In questo modo, i consumatori sono spinti maggiormente verso le vetture ibride o a benzina.
Carlos Tavares, CEO di Stellantis, ha dichiarato che, per il medesimo motivo, si adegueranno al ritmo delle vendite di veicoli elettrici nel regolare i piani di investimento. L’azienda, infatti, è al lavoro per aumentare la produzione della sua prima fabbrica nel nord della Francia.
ACC, precedentemente a questo annuncio, aveva comunicato l’incrementeremo della capacità per la produzione francese di Billy-Berclau-Douvrin a 13,4 GWh per blocco, ottimizzando l’uso dello spazio disponibile nell’impianto. Per rispondere alle esigenze del mercato dei veicoli a basse emissioni, quello osservato negli ultimi 3-4 anni, il passo ulteriore era stato fatto in Italia, dove si sarebbe dovuta espandere la presenza di ACC.
La scelta di riconvertire siti industriali esistenti, riducendo l’impatto ambientale, infatti, avrebbe dovuto seguire lo stesso operato scelto per Germania e Francia. Le discussioni tra ACC e le autorità italiane sono proseguite per diversi mesi, con una previsione di ulteriore occupazione per 2.000 lavoratori entro il 2030 a Termoli. Purtroppo, la competitività di ACC e l’andamento del mercato automobilistico europeo, al momento, sono gli ostacoli più grandi per questa importante joint venture.