Il ministro del lavoro Luigi Di Maio è tornato oggi nella sua Pomigliano d’Arco per affrontare, da vicino, alcuni dei problemi delle industrie locali ed, in particolare, quelli che potrebbero essere i possibili sviluppi futuri dello stabilimento FCA dove oggi, ricordiamo, viene prodotta la Fiat Panda, destinata a trasferirsi in futuro in Polonia per far spazio a nuovi modelli “premium” non ancora annunciati ufficialmente.
Sulla questione dello stabilimento FCA di Pomigliano d’Arco, Di Maio ha rilasciato una prima dichiarazione in cui si fa un esplicito riferimento all’incontro con i sindacati in programma, a Torino, il prossimo 29 di novembre. Ecco le parole di Di Maio:
“Ho preso vari impegni, sulla questione Fca dobbiamo fare molto. C’è un piano industriale che si sta per presentare alle Rsu e per quanto mi riguarda deve essere un piano industriale credibile. Chiamerò alle sue responsabilità Fca: è un’azienda che ha avuto tanto dall’Italia. Nei prossimi giorni proseguirà il tavolo sull’automotive e non è escluso che non si faccia una sessione di questo tavolo proprio a Pomigliano d’Arco. Sto lavorando per questo”
Oltre al richiamo “alle sue responsabilità” per FCA, Di Maio non è entrato nel merito della questione, rinviando, probabilmente, alle ore successive l’incontro tra sindacati e dirigenza FCA nuove dichiarazioni per approfondire il problema degli stabilimenti italiani del gruppo e di tutto l’indotto ad essi collegato. In questi mesi, il forte calo della produzione, legato anche a scelte precise di FCA, che ha rinviato l’avvio di molti progetti, sta creando non pochi problemi ai lavoratori del gruppo ed alle varie aziende dell’indotto.
Ricordiamo che, secondo le ultime indiscrezioni provenienti da fonti sindacali, in occasione dell’incontro del 29 di novembre la dirigenza FCA dovrebbe annunciare l’avvio della produzione del D-SUV Maserati a Pomigliano d’Arco. Il nuovo entry level della casa del Tridente dovrebbe sostituire la Panda che, come detto, verrà prodotta in Polonia.
Da notare che Di Maio ha incontrato ed è stato contestato da 4 dei 5 operai FCA di Pomigliano d’Arco, licenziati nel 2014 dopo aver protestato con un fantoccio con le sembianze di Marchionne impiccato. L’attuale ministro aveva incontrato, a pochi giorni dalla sua nomina, uno degli operai, Mimmo Mignano, che era stato ricoverato in ospedale dopo essersi cosparso di benzina sotto casa del neo-ministro (nativo di Pomigliano d’Arco).
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