Sono passati sei anni da quando Volvo ha optato per l’integrazione diretta di Google Maps, prima di adottare Android Automotive. Adesso sembra che Ferrari stia seguendo lo stesso percorso. Infatti, i suoi nuovi modelli come la Ferrari Purosangue e la nuovissima 12Cilindri non includeranno più questa tecnologia di integrazione diretta. Pare che le applicazioni di navigazione come Google Maps e Waze sugli smartphone siano semplicemente più intuitive e sempre aggiornate. Ferrari crede sia meglio lasciare utilizzare le app rispetto al proprio browser integrato. Un passo indietro in favore dei colossi hi-tech.
Ricordate quando il navigatore GPS era un optional costoso? Pensate che su modelli come la Ferrari 458 Italia, arrivava anche a 6.000 euro. Negli ultimi anni, però, Maranello ha compreso che continuare a investire in questa tecnologia non ha più senso. Emanuele Carando, direttore marketing della Ferrari, ha dichiarato che si è deciso di abbandonare il proprio sistema di navigazione integrato perché “la duplicazione attraverso il telefono è fantastica, più facile da utilizzare e aggiornata più frequentemente”.
Molti navigatori, non solo in Ferrari, in effetti, sono considerati poco intuitivi, lenti e limitati. Spesso sono anche un costo aggiuntivo significativo rispetto alle app di navigazione gratuite come Google Maps. In quanto a frequenza di aggiornamento, Google Maps batte nettamente il browser dei marchi perché si tratta di una delle app più utilizzate sugli smartphone Android e iOS, sempre aggiornati al dettaglio. Si pensi a quello che accade nelle auto senza aggiornamenti remoti: qui è necessario l’aggiornamento manuale per ottenere le ultime mappe. Ma Google Maps e app simili hanno la capacità di aggiornare costantemente e cercare rapidamente punti di interesse come ristoranti o hotel.
La Ferrari FF è stata una delle prime auto a integrare la duplicazione delle app mobili sul display multimediale. Poi è arrivato Android per il dispositivo su auto. Un grande gruppo come General Motors, invece, sta facendo l’opposto, eliminando l’integrazione di Android Auto e CarPlay per favorire un sistema nativo con accesso diretto alle app Google senza connessione del telefono.