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La Nuova Stratos, ispirata alla mitica Lancia, provata da Jeremy Clarkson | Video

Il modello fa rivivere in chiave moderna lo spirito della leggendaria sportiva.

Nuova Stratos
Screen shot da video The Grand Tour

Jeremy Clarkson ama le auto sportive, tranne quelle elettriche, prive di anima. Per fortuna è endotermica la Nuova Stratos, protagonista della puntata più recente del suo apprezzato format “The Grand Tour”. Il risultato? Un video diventato immediatamente virale.

Il noto personaggio televisivo britannico, specializzato nell’automotive, custodisce splendidi ricordi della Lancia Stratos degli anni romantici, che ha infiammato (e continua ad infiammare) i cuori di milioni di appassionati, in ogni angolo del mondo. La nostalgia per quel modello ha aggiunto note di emozioni alla prova effettuata all’Eboladrome con la sua discendente spirituale, anche se non firmata dalla casa automobilistica torinese.

Jeremy Clarkson ne ha tratto splendide vibrazioni sensoriali, che lo hanno fatto innamorare delle sue alchimie. L’eccitazione si legge nel volto del divo d’oltremaica ed è confermata dalle parole che accompagnano i fotogrammi. Il modello protagonista del test appartiene a una famiglia in serie limitata di soli 25 esemplari, sviluppati da M.A.T. (Manifattura Automobili Torino). Sono firmati nello stile da Pininfarina, con una chiara ispirazione al modello delle origini, disegnato da Marcello Gandini per Bertone.

Nuova Stratos: emozioni romantiche in salsa moderna

La presentazione risale al 2010, ma ancora oggi il modello è attuale nel design e nella sua capacità di regalare scariche di adrenalina della miglior specie. Inizialmente, la Nuova Stratos era stata concepita come one-off, ma nel 2018, sull’onda della forte richiesta, ebbe un destino commerciale più ampio. La Ferrari F430 fece da donor car. Il passo fu ridotto di 20 centimetri rispetto alla “rossa“, per riallacciare i fili con una caratteristica di grande rilievo della storica Lancia Stratos: l’interasse ridotto.

Lo sviluppo del modello si giovò delle competenze dell’ingegnere Paolo Garella, che fece un eccellente lavoro, come al solito. Sotto il cofano posteriore fu piazzato un motore proveniente da Maranello, come sull’antesignana. In questo caso, però, non era il V6 da 2.4 litri della Dino, ma il V8 da 4.3 litri della già citata F430, dotato di un impianto di scarico specifico e di altre modifiche energizzanti. Gli oltre 540 cavalli di potenza massima, così raggiunti, su un corpo vettura di 1240 chilogrammi, conferivano un tenore prestazionale di riferimento.

Grazie ai rapporti del cambio accorciati, lo scatto da 0 a 100 km/h veniva liquidato in 3.3 secondi, ma la punta velocistica pagava dazio, “fermandosi” a 274 km/h. Di sublime splendore le sue dinamiche, con una guida molto eccitante, frutto di un intenso coinvolgimento emotivo, in quadro di precisione chirurgica, agilità e maneggevolezza. Gli stessi ingredienti che hanno tirato fuori un sorriso smagliante dalla bocca di Jeremy Clarkson.