Sono passati 36 anni dalla scomparsa di Enzo Ferrari, il più grande mito della galassia automobilistica. Era il 14 agosto 1988 quando la sua esistenza terrena giunse al capolinea. Da allora, ne è passata di acqua sotto i punti, ma il suo ricordo è più vivo che mai.
La sua influenza, come abbiamo sottolineato in un’altra circostanza, si avverte ancora nella produzione di vetture da sogno, nelle corse e, più in generale, nella cultura automobilistica. Come dimenticare il suo carisma e la sua passione? Il fuoco ardente dell’amore per le opere a quattro ruote ne ha fatto il più straordinario interprete del comparto.
La vita di Enzo Ferrari si è intrecciata in modo straordinario con il settore automotive. Il motorsport era il suo alimento. Nato a Modena nel 1898, sviluppò in fretta il suo entusiasmo per i motori rombanti. Dopo aver fondato la Scuderia Ferrari, che portò in gara i bolidi Alfa Romeo, si mise in proprio, prima creando la Auto Avio Costruzioni e poi, nel 1947, la Ferrari. Forse non era ancora consapevole che quell’azienda sarebbe diventata il mito universale più amato dagli appassionati…e non solo.
Lo spirito infuso in quell’azienda, i successi sportivi, il carattere delle auto stradali e l’alone di magia che le circonda ha reso eterno l’appeal della casa del “cavallino rampante“. Oggi la Ferrari continua ad essere il punto di riferimento del settore. L’amore per le “rosse” è mondiale. Tantissimi i tifosi. Numerose le persone disposte a mettersi in fila per acquistare un’auto del marchio.
La storia continua. In ambito agonistico le cose vanno benissimo nell’endurance, con il doppio successo consecutivo guadagnato dalla 499P alla 24 Ore di Le Mans. Meno felice la congiuntura in Formula 1, dove però la scuderia emiliana resta la più ambita e seguita. Di grande fascino la line-up produttiva, che presto si arricchirà di una nuova perla: la Ferrari F250, erede di quella stirpe di gioielli in serie speciale che ha preso le mosse con la GTO del 1984, per poi alimentarsi con le successive F40, F50, Enzo e LaFerrari. Ancora oggi, pur nel quadro dei cambiamenti indotti dai tempi, la ricetta di Enzo Ferrari continua ad essere viva. Grazie, caro Commendatore, per averci regalato un sogno così prezioso.