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Chrysler: il pronipote del fondatore chiede che qualcuno salvi il marchio

Rhodes Jr. parla di cattiva gestione in Stellantis del brand e chiede aiuto

Chrysler Pacifica ibrida Plug-in

Con il 100° anniversario della Chrysler all’orizzonte, il marchio si trova in una posizione peculiare. Pur essendo parte dell’enorme e prospera famiglia Stellantis, il futuro del brand americano appare incerto. Il marchio sembra avviarsi verso un’irrilevanza sempre più marcata, una tendenza in atto da tempo. Proprio questa condizione critica ha spinto Rhodes Jr. pronipote del fondatore dell’azienda a sollecitare un cambiamento urgente.

Il pronipote del fondatore di Chrysler chiede a qualcuno di salvare l’azienda

Non lavora per Chrysler, ma considera un motivo di orgoglio che il marchio continui. La sua speranza è che duri altri 100 anni. La minaccia più grande che vede a questo proposito? Ciò che ritiene siano “scarse decisioni e cattiva gestione da parte dei suoi attuali proprietari, Stellantis”.

Attribuisce il malessere alla Chrysler al fatto che non riceve la giusta attenzione come uno degli oltre 15 marchi nella gamma Stellantis. Deplora in particolare il fatto che Alfa Romeo, Fiat e Maserati ricevano nuovi prodotti mentre Chrysler continua a languire con solo la Pacifica per sopravvivere. Attribuisce parte della colpa al CEO di Stellantis Carlos Tavares, mettendo in discussione il suo stipendio da 39,5 milioni di dollari in mezzo alle difficoltà che sta affrontando il marchio.

“La mia visione è di riportare Chrysler, Dodge, Jeep e Ram a essere una società di proprietà americana che non si concentri solo sui profitti, ma anche sulle persone che costruiscono queste auto. Propongo la creazione di una nuova Chrysler Corporation, dove i lavoratori siano comproprietari dell’azienda. Questo approccio non solo darebbe loro una partecipazione diretta al successo dell’azienda, ma garantirebbe anche la sicurezza dei loro posti di lavoro.

Chrysler logo

Questo piano permetterebbe inoltre a Stellantis di esplorare tutte le opzioni, liberandosi di Chrysler, Dodge, Jeep e Ram a favore di un’azienda che si preoccupa veramente del suo futuro. Non si tratta solo di una strategia imprenditoriale, ma di un’opportunità per riscoprire l’orgoglio legato a un’icona americana e assicurare un futuro solido a migliaia di lavoratori.

La situazione è critica, ma con una leadership adeguata e una visione chiara, credo che possiamo invertire la rotta. Il momento di agire è adesso, e sono pronto a prendere l’iniziativa per salvare il marchio che il mio bisnonno ha fondato. Con il sostegno degli investitori e la dedizione dei nostri lavoratori, possiamo fare in modo che il nome Chrysler continui a vivere per i prossimi 100 anni.