Coordinare 14 marchi a livello mondiale non è certo un’impresa per manager qualunque. Parliamo di Stellantis e parliamo, soprattutto, di un gruppo dove proliferano sovrapposizioni tra i brand che potrebbero prefigurare (in ben altro scenario) una cannibalizzazione delle vendite. Recentemente, l’approccio di Stellantis è stato ribadito con forza: “non intende separarsi da nessuno dei suoi marchi” e ha confermato il proprio impegno a sostenere tutti e 14 i brand sotto il suo ombrello.
La promessa, risalente ormai al 2021 (sembra un’era geologica fa), di preservare tutti i “marchi iconici e di grande valore” resta dunque valida. Questo significa che nomi in Stellantis come Lancia, DS Automobiles, Abarth e altri continueranno a far parte della famiglia Stellantis almeno fino alla fine del decennio.
Il comunicato, breve ma incisivo, è sembrato essere una risposta più che netta alle parole di Frank B. Rhodes, Jr., pronipote di Walter P. Chrysler, che ha espresso il desiderio di vedere Dodge e Chrysler uscire da Stellantis. Niente da fare, dunque: Dodge e Chrysler resteranno sotto l’attuale struttura.
L’impegno di lungo termine arriva a poca distanza dalle parole del CEO Carlos Tavares, che aveva lasciato intendere che i marchi non redditizi avrebbero potuto essere chiusi. Tavares aveva infatti affermato che le case automobilistiche che non generano profitti sarebbero state tagliate fuori: “Se non fanno soldi, le chiuderemo. Non possiamo permetterci di mantenere marchi in perdita”. Erano partite subito le speculazioni sul possibile destino di marchi come Maserati, Lancia e DS Automobiles, con alcune voci che suggerivano la possibile vendita o chiusura.
Lancia sta finalmente ricevendo nuovi modelli e ampliando la sua presenza oltre i confini italiani. Anche Maserati sta rinnovando la sua gamma, e avrà bisogno di tempo per dimostrare il suo potenziale. DS, etichettata da Stellantis come marchio “premium” insieme ad Alfa Romeo e Lancia, invece, è stata scorporata da Citroën nel 2014, ma non è mai realmente decollata.
Negli Stati Uniti, la situazione è altrettanto intricata. Chrysler, un tempo un gigante dell’industria, è ormai ridotta a un’ombra della sua gloria passata. Dodge, inoltre, non vanta un ampio portafoglio, anche se gode della nuova Hornet, di fatto la gemella della Alfa Romeo Tonale.
Per quanto riguarda Alfa Romeo, sembra difficile immaginare un futuro senza il Biscione. Un nuovo Stelvio arriverà l’anno prossimo, seguito dalla nuova Giulia nel 2026. Entrambi i modelli utilizzeranno la stessa piattaforma della nuova Charger. Marchi come Jeep, Ram, Citroën, Fiat, Opel e Peugeot sembrano destinati a prosperare, nonostante il calo delle vendite in alcuni mercati. Pochi dubbi restano al momento, perché tante e alte sono le aspettative per la gestione di un gruppo colossale come Stellantis.