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Stellantis propone Maserati a prezzi scontati per i dipendenti in cassa integrazione: scoppia la polemica

Stellantis offre Maserati in promozione ai suoi dipendenti in cassa integrazione

Stellantis - Maserati

Stellantis ha inviato una mail promozionale ai dipendenti italiani, offrendo condizioni speciali per l’acquisto di una Maserati, un’auto di lusso con prezzi che vanno da 80 mila a oltre 200 mila euro. Tuttavia, questa offerta arrivata via mail non è stata ben accolta. Trattandosi di vetture che sono sicuramente al di fuori delle possibilità economiche dei dipendenti del gruppo, a molti la mail è sembrata una presa in giro.

Stellantis offre Maserati in promozione ai suoi dipendenti in cassa integrazione

“Caro/a collega, siamo lieti di annunciarti che dal mese di settembre avrai la possibilità di acquistare una nuova vettura Maserati a condizioni dedicate a te, ai tuoi familiari e ai tuoi amici. La nostra straordinaria gamma ti aspetta!”.

La mail promozionale di Stellantis, che offre condizioni speciali per l’acquisto di una Maserati, è stata ricevuta anche da migliaia di operai in cassa integrazione o con contratti di solidarietà, che percepiscono stipendi ridotti. Giacomo Zulianiello, delegato Fiom e operaio a Mirafiori, ha commentato al Corriere della Sera: “Non so se ridere o piangere. Con uno stipendio di 1.180 euro al mese, non potrei mai permettermi una Maserati, neanche accettando l’offerta di lavorare in Polonia”.

Gli operai di Mirafiori sono increduli di fronte alla promozione per Maserati, mentre i loro salari sono stati ridotti a causa della crisi di volumi. Nel primo semestre, la fabbrica piemontese ha prodotto solo 1.850 Maserati e nei prossimi mesi non è prevista alcuna ripresa. Dopo le ferie, la linea Maserati sta lavorando solo un giorno a settimana e i sindacati temono nuove richieste di cassa integrazione.

Maserati MC20 Tributo Modenese

La riduzione della produzione a Mirafiori ha scatenato un nuovo conflitto tra Stellantis e i sindacati. La Fiom-Cgil accusa Stellantis di “distruggere i siti italiani a favore di impianti esteri”, evidenziando una drastica diminuzione dell’83 per cento nella produzione rispetto allo stesso periodo del 2023.

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