in

Stellantis: sindacati in allarme per la produzione italiana in drastico calo

In generale il mercato dell’auto in Italia sembra aver imboccato una discesa piuttosto ripida, condizione che non esclude nemmeno Stellantis

In generale il mercato dell’auto in Italia sembra aver imboccato una discesa piuttosto ripida nell’ultimo periodo, visto che i riscontri negativi a doppia cifra registrati già a fine agosto sono stati confermati anche a fine settembre. Condizione che non esclude nemmeno Stellantis, ovvero le vendite dei marchi del Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA.

Evidenze che pesano anche sulla produzione strettamente italiana di Stellantis, secondo quanto riportato dai dati espressi nel rapporto FIM CISL sulla produzione Tricolore di Stellantis. Durante i primi nove mesi dell’anno si è infatti registrata una diminuzione dei livelli produttivi, nel nostro Paese, pari a un preoccupante -31,7% con un record assolutamente negativo nel caso della produzione posta in essere a Torino dove il valore percentuale registra addirittura una diminuzione del 68,4%. Tali dati sono stati proposti dal segreatario generale della FIM CISL Nazionale, Ferdinando Uliano, durante il recente report sul terzo trimestre dell’anno presentato a Roma lo scorso 2 ottobre.

La produzione di casa Stellantis in Italia potrebbe scendere al di sotto delle 500.000 unità prodotte durante questo 2024

Secondo quanto è emerso durante l’incontro, Stellantis nei primi nove mesi di quest’anno ha prodotto molte meno unità, fra vetture e furgoni commerciali, rispetto a quanto al dato registrato durante lo stesso periodo di riferimento dello scorso anno: 387.600 unità prodotte, contro le 567.525 unità prodotte durante i primi nove mesi del 2023. L’analisi della FIM CISL certifica pure che tutti gli stabilimenti italiani pongono sul piatto dati in negativo, sia per ciò che riguarda le vetture che per quanto concerne i veicoli commerciali. A corroborare tale dato si registra una produzione di 237.700 vetture, con un calo del 40,7% rispetto al riscontro dello scorso anno, ovvero una produzione di 149.900 veicoli commerciali per un decremento del 10,2% sempre in riferimento ai primi nove mesi del 2023. Ad esclusione degli stabilimenti produttivi di Pomigliano d’Arco (decremento del 5,5%) e Atessa (decremento del 10,2%), tutti gli altri stabilimenti italiani introducono valori al ribasso compresi fra il 47% e il 76% prendendo come riferimento sempre i dati dei primi nove mesi dell’anno scorso.

La FIM CISL ammette che i volumi proposti fin qui da Stellantis sono “destinati a peggiorare”. Ciò perché qualora l’andamento visto durante il terzo trimestre dell’anno venisse confermato anche durante l’ultima parte di questo 2024, la produzione andrebbe a ragionare su meno di 300.000 vetture prodotte, ovvero meno di 500.000 unità prodotte a fine anno considerando anche i valori produttivi dei veicoli commerciali. In questo modo si registrerebbero volumi rappresentativi di appena un terzo della produzione italiana a marchio Stellantis proposta a fine 2023, quando i veicoli realizzati erano circa 751.000.

Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim Cisl
Ferdinando Uliano, segretario generale della FIM CISL

Il milione di veicoli prodotti in Italia nel 2030 appare sempre più come un miraggio

A guardare questi dati risulta impossibile pensare a mantenere gli impegni presi col Governo Nazionale circa l’obiettivo di arrivare a produrre 1 milione di veicoli in Italia nel 2030. Secondo il rapporto di FIM CISL “il Gruppo Stellantis dovrebbe raddoppiare le produzioni” per mantenere l’impegno; le sigle sindacali vedono nel “crollo dei volumi sui mercati e transizione verso elettrico e digitale, una tempesta perfetta che colpisce in maniera significativa l’Europa e il suo tessuto industriale più rilevante”.

Si richiede allora l’introduzione di interventi urgenti per ciò che riguarda le scelte strategiche destinate al settore dell’auto da parte dell’Unione Europea, puntando su “mirate politiche industriali e con risorse specifiche, anche da parte del nostro Governo, e impegni industriali seri e coraggiosi da parte di Stellantis e delle aziende della componentistica”, si legge nella nota della FIM CISL. Si rischia infatti di mettere in serio rischio la prospettiva occupazionale e industriale di un intero settore; motivi che hanno spinto la FIM CISL a proclamare uno sciopero complessivo di 8 ore per i lavoratori del comparto automotive con una manifestazione dedicata a Roma il prossimo 18 ottobre 2024.

Decisamente critica appare la situazione in tutti gli stabilimenti produttivi

Un dato decisamente preoccupante nella produzione italiana di Stellantis emerge dalla produzione torinese del Gruppo. Durante i primi nove mesi dell’anno sono state infatti prodotte solamente 22.240 unità, in calo del 68,4% rispetto alle 70.365 unità prodotte nei primi nove mesi del 2023. A Torino il 91% dei veicoli prodotti, pari a 20.210 unità, è rappresentato dalla Nuova 500 Elettrica con la restante parte proveniente dalle produzioni a marchio Maserati per 2.030 unità complessive. Se si guarda al Tridente si riscontra un divario impressionante con le 41.000 unità prodotte a Torino nel 2017, comunque in calo del 70% rispetto al dato registrato da Maserati fra gennaio e settembre dello scorso anno. Significativa è anche la flessione produttiva di Maserati a Modena dove sono state prodotte appena 220 vetture, contro le 910 prodotte durante i primi nove mesi del 2023.

Anche a Cassino la produzione di Stellantis non va meglio. Il terzo trimestre dell’anno certifica infatti una produzione di 19.710 unità, registrando una flessione del 47,7% rispetto a quanto messo in pratica durante lo stesso periodo dello scorso anno. Qui i dati dicono che il 53% della produzione è rappresentata dall’Alfa Romeo Stelvio, il 27% dalla Maserati Grecale e il 20% dall’Alfa Romeo Giulia. La FIM CISL ammette che le “potenzialità dello stabilimento di Cassino sono enormi; basti pensare che nei primi nove mesi del 2017 la produzione è stata cinque volte l’attuale, con un’occupazione di oltre 4.500 unità. La situazione produttiva di questi anni ha impattato negativamente sull’occupazione, attualmente in forza sono 2.580”.

Maserati Grugliasco
L’ex stabilimento Maserati di Grugliasco | Foto di Torinoggi.it

Diversa, ma comunque negativa la performance dello stabilimento campano di Pomigliano d’Arco. Qui Stellantis produce più del 59% dei veicoli prodotti in Italia dai suoi marchi, sebbene il dato complessivo sia oggi comunque negativo. Sebbene FIM CISL faccia notare che fino al trimestre precedente quello di Pomigliano d’Arco era l’unico stabilimento Stellantis che non faceva registrare riscontri in calo rispetto al 2023, l’ultimo trimestre dell’anno introduce una flessione negativa del -5,5% con 141.290 veicoli prodotti. Interessante risulta però il dato della Fiat Panda che con 110.900 unità prodotte cresce del 17% rispetto al dato registrato durante i primi nove mesi dell’anno scorso, mentre calano le produzioni lungo la linea Alfa Romeo Tonale e Dodge Hornet secondo un dato in decrescita del 45%.

Non va meglio nemmeno a Melfi dove la produzione registrata nei primi 9 mesi dell’anno appare in decrescita del 61,9% rispetto ai primi nove mesi del 2023, ovvero sulla base di una produzione inferiore adesso di circa 90.000 vetture. “Delle 54.240 auto prodotte, il 34% è rappresentato da Fiat 500X, il 28% da Jeep Renegade e il 38% da Jeep Compass. Nel primo trimestre gli stop produttivi collettivi sono stati complessivamente 28 giorni, nel secondo 37, nel terzo 40, per un totale di 105 giorni gestiti con il CDS”, si legge ancora nella nota della FIM CISL.

Guardando ai veicoli commerciali di casa Stellantis, lo stabilimento di Atessa, in provincia di Chieti, dice che la produzione dei primi nove mesi dell’anno si attesta sulle 149.900 unità ovvero su un dato negativo del 10,2% rispetto al riscontro registrato durante gli stessi mesi del 2023. Va detto che il rapporto della FIM CISL ammette che ad Atessa la situazione registrata durante i primi sei mesi dell’anno risultava essere positiva con previsioni nell’ordine dei 255.000 veicoli commerciali da produrre entro fine anno, secondo un dato in crescita dell11% rispetto al riscontro del 2023: “la situazione è cambiata nel mese di giugno; per 15 giorni sono stati collocati in Cigo dalle 400 alle 600 persone a seguito di una diminuzione degli ordini dei cabinati, a causa di un calo del mercato dei camper. La situazione è peggiorata ulteriormente nel mese di luglio, dove l’azienda ha comunicato un calo produttivo anche sulle produzioni dei Van, portando il numero delle persone in Cigo a 800. Al rientro dalle ferie hanno sospeso il terzo turno, collocando in Cigo circa 1.300 persone. Dall’avvio della Cigo ad oggi, sono circa 800 in media le persone sospese dal lavoro. Anche per lo stabilimento di Atessa, il fermo produttivo nel periodo estivo è stato prolungato a quattro settimane, tra ferie e Cigo”, si legge nella nota.

La risposta di Stellantis al rapporto della FIM CISL

Per la FIM CISL oggi la situazione del comparto automotive in Europa sta diventando sempre più critica, come dimostrano anche le problematiche emerse nei valori produttivi di Stellantis in Italia durante questi primi nove mesi dell’anno. “In assenza di una netta inversione di direzione, rischia di essere irrimediabilmente compromessa la prospettiva industriale e occupazionale”, dice la FIM CISL. Secondo le sigle sindacali coinvolte nel rapporto, il Governo deve dare maggiore concretezza al confronto intrapreso al MIMIT per la definizione dell’accordo di sviluppo con la stessa Stellantis, ovvero con tutti i principali attori del comparto dell’auto in Italia; ciò per dare impulso ai livelli produttivi.

Carlos Tavares
Il CEO di Stellantis, Carlos Tavares

In merito al rapporto della FIM CISL, Stellantis ha ammesso che si tratta di “un utile strumento di analisi e monitoraggio, sebbene i dati restituiscono una visione parziale”. Ciò perché, secondo Stellantis, “il mercato automobilistico ha dovuto affrontare una situazione complicata che, in Italia in particolare, è stata aggravata da elementi quali gli elevati costi energetici e di manodopera. Un ampio ripensamento delle politiche industriali del Paese è stato fondamentale per raggiungere i risultati proposti”. Ricordiamo poi che il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, il prossimo 11 ottobre sarà ascoltato in audizione alla Camera dove interverranno anche i sindacati che vedono come un rischio non indifferente la possibilità di licenziamento imminente per circa 25.000 lavoratori.

Lascia un commento