Posticipare i termini per la transizione verso un modello di mobilità più sostenibile: questa è la richiesta formulata dai concessionari Stellantis nei confronti della Commissione Europea. Una richiesta che sembra ormai sempre più appoggiata dall’automotive continentale, come dimostra del resto una richiesta di eguale tenore rivolta all’UE da parte di ACEA, la lobby che raggruppa i produttori di auto europei.
Il nuovo appello dei concessionari che fanno riferimento al gruppo italofrancese conferma peraltro la vera e propria spaccatura in atto nella galassia di Stellantis. Come è noto, infatti, l’amministratore delegato dell’azienda, Carlos Tavares, si è indirizzato nella direzione esattamente contraria. Ha infatti chiesto alla Commissione di non deflettere dalla via già intrapresa, in quanto ripensamenti sul tema non avrebbero alcun senso.
I concessionari Stellantis chiedono il rinvio sugli obiettivi ambientali UD del 2025
I concessionari Stellantis hanno chiesto all’Unione Europea di posticipare i termini per la transizione green. Un appello teso a rinviare le scadenze relative alle emissioni previste per il 2025, le quali sono ormai viste come una tagliola, dall’industria automobilistica,
In pratica, gran parte del settore automotive continentale vede negli obiettivi climatici del 2025 un fattore distruttivo, in grado di mettere a rischio la propria competitività molto più di quei dazi contro le auto elettriche cinesi individuate dalla Commissione Europea come la fonte dei guai in cui versano le case europee.
Per capire meglio cosa sta accadendo, occorre ricordare che a partire dal 2025, i produttori di automobili operanti lungo il territorio continentale dovranno limitare le proprie emissioni in termini di CO2 a 95 grammi per chilometro. Un limite che molti, al momento, non sono in grado rispettare. Esponendosi, di conseguenza, a multe colossali, tali da metterne in pericolo la stessa sopravvicenza.
È stata ACEA, la lobby che riunisce i costruttori europei, a ricordare che ove siano mantenute le attuali normative, le case europee dovranno pagare sanzioni pari a non meno di 15 miliardi di euro. Il tutto mentre la Commissione pensa di difenderle dall’assalto delle auto elettriche cinesi. Un vero e proprio paradosso, tale da far capire come la politica europea viva ormai in una dimensione tutta sua. Spingendo anche i concessionari Stellantis ad attivarsi per scongiurare una deriva disastrosa.
È in gioco l’esistenza delle aziende, altro che auto elettriche cinesi!
Gli obiettivi climatici del 2025, rappresentano una semplice tappa verso il 2035, quando lungo l’eurozona sarà vietata la vendita di auto provviste di motore termico. Si tratta quindi dell’inizio di un percorso verso le sospirate emissioni zero.
Se si tratta di un obiettivo condivisibile, è però il modo scelto dall’UE per arrivarci a destare non poche perplessità. Tanto da spingere i concessionari Stellantis ad esprimere la propria preoccupazione per il fatto che l’implementazione di queste misure possa sfociare in una vera e propria crisi del settore automobilistico continentale.
I timori al riguardo, sono conseguenti al fatto che la necessità di adeguarsi a normative così stringenti in tempi ravvicinati, potrebbe infine andare a compromettere la loro competitività e la stabilità del mercato.
Per provare a mettere una toppa su una situazione sempre più problematica, i concessionari di Stellantis hanno quindi rivolto un appello alla Commissione Europea, all’interno del quale è contenuta la richiesta di un rinvio di due anni per l’entrata in vigore dei nuovi limiti sulle emissioni. Una proroga la quale potrebbe permettere alle case il varo di nuovi piani industriali non solo più sostenibili, ma anche in linea con le nuove normative.
La richiesta si va praticamente a saldare con quelle espresse da ACEA, a conferma del momento estremamente critico dell’automotive europeo. Occorre infatti ricordare che Stellantis è uscito da ACEA e porta avanti posizioni di assoluta fedeltà alle richieste della Commissione Europea. Tanto da mettere in risalto la vera e propria spaccatura all’interno della composita galassia del gruppo italofrancese.
Ora resta solo da capire se Von der Leyen e compagni vorranno insistere nella rigidezza mostrata sin qui, o se vorranno invece porsi finalmente all’ascolto di quel settore automobilistico che, pure, dichiarano di voler proteggere.