Si chiede uno sforzo e un atto di responsabilità a Stellantis. Sembra questa, riassumendo, la richiesta del Governo italiano, da sempre non troppo tenero con il gruppo industriale. Nelle parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso c’è tutta (per quanto possibile, si intende) la disponibilità a creare spazi di trattativa e sviluppo.
“Abbiamo compreso che l’intero sistema Paese, unito, dalle forze politiche di maggioranza e opposizione, ai sindacati e alle aziende del settore automobilistico, chiede con forza alla grande multinazionale, nata in Italia, di rimanere qui e affrontare insieme la sfida della transizione”, ha detto il ministro delle Imprese, durante un intervento in videoconferenza al convegno dei Giovani Imprenditori a Capri.
Come già sentito e ribadito diverse volte nel corso di questo ultimo intenso anno di batti e ribatti con Tavares, Urso ha sottolineato come sia essenziale che ciascuno faccia “la propria parte”. Di incentivi e miliardi a pioggia, nel corso di diversi anni, ne sono arrivati, grazie all’intervento e alla volontà di governi di colori molto diversi.
Riguardo alla prossima legge di Bilancio per le imprese non ci sarà “nessuna sorpresa negativa, semmai qualche sorpresa positiva”, ha detto Urso. “Il piano alloggi per i lavoratori delle imprese sarà contenuto nella Manovra e comunque sarà realizzato in questa seconda parte dell’anno, per consentire alle imprese di poter assumere giovani dove c’è richiesta”.
Tale posizione si avvicina a quella parte che accennava Urso nella direzione dello sviluppo e dell’impegno nella transizione elettrica di Stellantis in Italia. Più che le assunzioni, per il gruppo, però, il problema sembra essere la stabilità dei suoi attuali dipendenti.
Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, inoltre, ha sottolineato la necessità di mantenere le attività produttive nel territorio nazionale, criticando l’idea di richiedere ulteriori incentivi: “Abbiamo bisogno di piani industriali solidi e di imprese che dimostrino serietà nel restare e produrre in Italia”. Tali dichiarazioni arrivano soprattutto in risposta alle preoccupazioni espresse dai sindacati riguardo alla produzione automobilistica, che sembra richiedere disperatamente un intervento del governo.