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Stellantis Atessa: cassa integrazione prolungata ma la produzione ricomincia a salire

Lo stabilimento di Val di Sangro incrementerà la produzione giornaliera da 650 a 800 veicoli

Stellantis Atessa

Lo stabilimento Stellantis Atessa ex Sevel è uno dei più importanti in Italia non solo per il gruppo automobilistico del CEO Carlos Tavares ma più in generale per l’intera industria auto del nostro paese. Per questo motivo la notizia dei continui stop alla produzione e della cassa integrazione per i suoi dipendenti degli ultimi mesi aveva fatto preoccupare non poco gli addetti ai lavori e le istituzioni.

Estesa ancora la cassa integrazione in Stellantis Atessa ma la produzione torna a salire

A proposito dello stabilimento Stellantis Atessa arriva oggi una buona notizia ma anche una cattiva. La cattiva notizia è che rimane necessaria, nell’ambito della ristrutturazione delle attività produttive, l’attivazione parziale della cassa integrazione dal 18 al 30 novembre, coinvolgendo fino a 1500 dipendenti dello stabilimento, come comunicato in precedenza. Inoltre, la direzione ha confermato la parziale ripresa del terzo turno a partire dal 4 novembre 2024, in risposta a un aumento delle richieste. Oggi, 24 ottobre, è previsto un ulteriore incontro per discutere la chiusura di fine anno e altri argomenti all’ordine del giorno.

La notizia buona invece è che a partire dal 4 novembre, con l’implementazione di due turni e mezzo, lo stabilimento Stellantis Atessa sito in Val di Sangro incrementerà la produzione giornaliera da 650 a 800 veicoli. “Stellantis rimane focalizzata nell’affrontare questa complessa fase di transizione, assicurando la continuità di tutti i suoi impianti, che sono fondamentali per la strategia globale del gruppo”, afferma Stellantis. “Si tratta di un cammino sfidante che richiede coesione e una visione strategica per guidare l’azienda e i suoi lavoratori italiani verso il futuro.”

stellantis atessa

Si spera naturalmente che questo per Stellantis Atessa possa essere solo l’inizio di una crescita continua e sostenibile per la produzione, al fine di ritornare ai livelli di un tempo, quelli che rappresentavano l’apice della capacità produttiva.