Non ci si può nascondere più di tanto, anzi, la crisi da una parte all’altra dell’Atlantico è conclamata, affermata, confermata. Rimediare è la parola d’ordine, forse anche risparmiare non suona così male, ed è ciò che probabilmente è diventato parte integrante del piano del gruppo industriale. Stellantis sta avendo a che fare con importanti problematiche con i lavoratori americani.
Stellantis, infatti, ha risposto alle recenti minacce di sciopero da parte del sindacato United Auto Workers (UAW) in merito alla riapertura dello stabilimento di assemblaggio di Belvidere. Il sindacato UAW ha accusato Stellantis di non aver rispettato l’impegno di riaprire lo stabilimento.
In replica, c’è anche l’ammissione di colpa. Sì, perché Stellantis ha ribadito il proprio intento di riaprire l’impianto, sottolineando però che i piani stanno subendo dei ritardi. Insomma, se prima potevano essere allontanati o scongiurati i dubbi sui ritardi forzati (o necessari) dello stabilimento, adesso siamo davanti a una vera e propria ammissione di colpa.
L’azienda ha dichiarato che per assicurare la competitività e la sostenibilità futura, indispensabili a garantire posti di lavoro nel settore manifatturiero statunitense, ogni investimento deve allinearsi alle “condizioni di mercato e alla capacità di soddisfare una varietà di esigenze dei consumatori”. In parole povere, è il momento di aspettare per Stellantis.
Il gruppo industriale ha informato senza mezze misure l’UAW del rinvio dei piani per Belvidere, pur confermando il proprio impegno. L’azienda si è detta disposta a proseguire un dialogo costruttivo e rispettoso con il sindacato.
“La società non ha violato alcun impegno definito nella Lettera di investimento presente nel Contratto collettivo UAW del 2023 e respinge le accuse del sindacato. In effetti, l’UAW ha accettato espressamente una clausola che consente alla società di rivedere investimenti e livelli occupazionali. Pertanto, in questo momento, il sindacato non ha basi legali per indire uno sciopero per violazione di tale impegno”, afferma Stellantis nella sua comunicazione.