Ci sarebbero in ballo ben 86 milioni di euro per l’effettuazione di due interventi volti a migliorare l’efficienza energetica dello stabilimento lucano Stellantis di Melfi. Una condizione che già era stata anticipata nei mesi scorsi, ma ora annunciata ufficialmente durante l’incontro che il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA ha tenuto con i sindacati; l’incontro ha avuto lo scopo di illustrare i due progetti che permetteranno di pianificare tali investimenti.
Il primo dei due investimenti citati ha un valore di 70 milioni di euro e verrà utilizzato per la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 50 MW, mentre il secondo è relativo alla realizzazione di un impianto per il biogas, da 17 milioni di euro, capace di sviluppare fino a 6 MW e 500 metri cubi l’ora di gas che sarà prodotto mediante scarti agricoli o provenienti dal sottobosco.
La volontà di Stellantis è quella di abbattere i costi energetici
Al centro degli interventi proposti da Stellantis per Melfi c’è la necessità di abbattere i costi energetici, aumentando allo stesso tempo l’efficientamento energetico dello stabilimento. Secondo quanto riferito dalle sigle sindacali coinvolte, successivamente al necessario completamento delle autorizzazioni viene ipotizzata una fine dei lavori entro il mese di dicembre del 2025 con la piena entrata in funzione per il mese di aprile del 2026. In merito all’impianto fotovoltaico, Stellantis sta ancora svolgendo le necessarie gare di appalto. Allo stesso tempo la FIM, FIOM, UILM, UGL, FISMIC e QUADRI, ovvero tutte le sigle sindacali coinvolte a Melfi, auspicano che vegano garantiti i livelli occupazionali e chiaramente pure quelli produttivi chiedendo anche prospettive certe sul futuro “del polo industriale di Melfi”.
Oggi lo stabilimento Stellantis di Melfi è quello che perde maggiori volumi rispetto al passato, quindi al centro dei ragionamenti fra il Gruppo e le sigle sindacali insiste proprio la necessità di garantire i corretti volumi produttivi allo stabilimento lucano. Sappiamo infatti dal recente report FIM CISL che durante i primi nove mesi di quest’anno la produzione a Melfi è calata del 61,9% per un complessivo di circa 90.000 veicoli in meno prodotti in un solo anno. Il prossimo passaggio per il sito lucano è rappresentato da un futuro che guarda alla piattaforma STLA Medium, ovvero ai modelli proposti su questa base che saranno prodotti proprio a Melfi. Va infatti sottolineato che delle poco più di 54.000 vetture prodotte a Melfi fino a settembre da Stellantis era rappresentato dal 34% di Fiat 500X, che ha concluso la produzione, dal 28% di Jeep Renegade e dal 38% di Jeep Compass mentre è già stata avviata la prima fase produttiva della nuova DS 8 e si sta preparando il sito per la produzione della nuova generazione di Jeep Compass.
In 500 hanno aderito alle uscite incentivate
Sempre a Melfi Stellantis sta mettendo in pratica un piano di riduzione degli addetti ai lavori mediante uscite incentivate. In questo caso sono circa 500 i lavoratori che hanno aderito al piano proposto dal Gruppo, dato che in accordo con altre riduzioni dice che entro la fine dell’anno saranno circa 5.000 gli addetti presenti presso lo stabilimento lucano contro i circa 7.200 iniziali. In questo modo i livelli occupazionali tornano a essere quelli del 2015, ovvero prima che FCA avviasse un più esteso piano di assunzioni utile allora per la produzione a Melfi delle nuove Jeep.
I sindacati hanno quindi chiesto la necessità di un incontro sulle tematiche legate ai valori produttivi e occupazionali dello stabilimento di Melfi, in virtù della necessità di conoscere anche lo stato di avanzamento dei nuovi modelli. Secondo le sigle coinvolte si ha la necessità di “un accordo capace di salvaguardare il polo di Melfi partendo dai lavoratori Stellantis, quindi dall’indotto, dalla logistica e dai servizi”.