In occasione di un comizio tenutosi in Michigan, Donald Trump, ex presidente e candidato repubblicano per le elezioni (che avverranno di qui a pochi giorni) del 2024, ha promesso di imporre dazi del 100% sui veicoli di Stellantis. La “minaccia” del candidato repubblicano arriva per punire l’azienda nel caso decidesse di trasferire posti di lavoro dagli Stati Uniti al Messico.
Si ribadisce così, in un momento cruciale della campagna elettorale, specie per le promesse economiche, quanto possa essere aggressivo l’impegno di Trump nella salvaguardia dell’occupazione statunitense. “Dite a Stellantis che se si trasferiscono, li colpiremo con una tassazione del 100% su ogni auto… e non si muoveranno”, ha affermato con decisione il tycoon.
Le dichiarazioni arrivano in seguito all’annuncio di Stellantis sull’espansione dell’impianto di assemblaggio Saltillo in Messico, decisione che ha scatenato un acceso dibattito tra lavoratori e rappresentanti politici. Chris Feuell, CEO di Chrysler/Ram, ha giustificato la scelta come una “valvola di sicurezza” per alleggerire l’impianto di Sterling Heights in Michigan, vicino al massimo della sua capacità produttiva.
Feuell aveva anche spiegato che lo stabilimento di Saltillo è particolarmente adatto a gestire la complessità produttiva e produce già diversi pick-up. Il manager Stellantis ha sottolineato che l’espansione non è dettata da motivazioni economiche né dal desiderio di ridurre i costi, specialmente dopo gli accordi di lavoro raggiunti con l’United Auto Workers (UAW). L’impianto di Saltillo, noto per l’assemblaggio di modelli come i Ram 2500, 3500, 4500 e 5500, ha recentemente terminato la produzione del Ram 1500 Classic, liberando capacità per la costruzione di veicoli Ram 1500 di nuova generazione.
Pur tra le preoccupazioni relative allo spostamento della produzione verso il Messico, Feuell ha sottolineato che la scelta giunge per supportare la produzione destinata all’esportazione. Ha ribadito che è una questione di efficienza, non di risparmio sui costi per Stellantis, sottolineando inoltre che il vicino stabilimento di Warren ha già semplificato le proprie operazioni, lavorando su un singolo turno focalizzato sui modelli Jeep Wagoneer e Grand Wagoneer. La decisione di espandere arriva anche in un momento di riduzione dei posti di lavoro a Warren, con 1.100 posizioni tagliate dopo l’interruzione della produzione del Ram 1500 Classic.
Le proposte sui dazi avanzate da Trump aggiungono un ulteriore livello di complessità al dibattito sul futuro del settore automobilistico e sull’impatto dei problemi del settore sui lavoratori.