Stellantis ha deciso di costruire un nuovo impianto di biometano per ridurre i costi energetici del Cassino Plant di Piedimonte San Germano. Lo ha annunciato il sindaco Gioacchino Ferdinandi, che ha illustrato i dettagli del progetto, sottolineando il rilevante impatto che avrà sia per il territorio sia per l’azienda. Il sindaco ha comunicato che Stellantis sta pianificando un impianto su una superficie di 28.000 metri quadrati, equivalente a circa due ettari e mezzo.
A Cassino Stellantis ha avviato la realizzazione di un nuovo impianto di biometano
L’impianto genererà energia sufficiente a soddisfare fino al 20% delle esigenze dello stabilimento. Fin dal suo insediamento, il CEO Carlos Tavares aveva visitato il Cassino Plant, identificando come principali ostacoli l’alto costo dell’energia e una fiscalità eccessivamente gravosa. “Il progetto è stato concepito come una soluzione innovativa e sostenibile, orientata a ridurre le emissioni e promuovere l’economia circolare grazie all’uso di sottoprodotti agricoli e zootecnici,” ha spiegato il sindaco Ferdinandi.
“La costruzione dell’impianto potrà essere autorizzata attraverso la Procedura Abilitativa Semplificata (PAS). Tuttavia, su proposta dell’assessore all’ambiente Ermelinda Costa e dell’intera Amministrazione, il Comune ha indetto una conferenza dei servizi per coinvolgere gli enti competenti e valutare in anticipo ogni dettaglio del progetto.” Inoltre, l’impianto “permetterà di recuperare sia il metano che l’anidride carbonica, rispettando gli standard ambientali europei e contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2 e gas serra.”
Il Cassino Plant è attualmente coinvolto nella transizione dai motori termici a quelli elettrici, utilizzando le nuove piattaforme Stla Large per sviluppare i suoi modelli. Secondo le dichiarazioni del CEO Carlos Tavares, nel 2025 sarà avviata la produzione della nuova Alfa Romeo Stelvio in versione completamente elettrica, seguita dalla nuova Alfa Romeo Giulia prevista per il 2026. Attualmente, la forza lavoro è scesa a circa 2.500 dipendenti, la maggior parte dei quali in regime di “solidarietà” e impegnati su un unico turno produttivo.