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“Dino” EV: una pugnalata per i Ferrari lovers

Il furore green, talvolta, manca di rispetto ai miti.

"Dino" EV
Screen shot da video The Bronco Adventures

La Dino 246 GT è una delle auto più belle di sempre. Il suo stile entra nel cuore dalla porta principale. L’iconica vettura emiliana, presentata da Ferrari nel 1969, merita un rispetto sacro. Qualcuno, però, l’ha presa a riferimento per un’operazione sacrilega, usando le sue forme per dar vita a un’auto elettrica. Il frutto è la “Dino” EV, proposta all’attenzione del pubblico in occasione del recente SEMA Show, accolto negli immensi spazi espositivi del Las Vegas Convention Center.

Per fortuna, pare che per l’esperimento non sia stata sacrificata una vettura originale. A dare similitudine ai tratti esterni ci avrà pensato qualche carrozziere, a noi sconosciuto, magari usando della fibra di vetro. Resta, però, un’antipatica somiglianza visiva, di cui avremmo fatto volentieri a meno.

Una domanda nasce spontanea: gli autori non potevano scegliere un’auto meno speciale per un lavoro di questo tipo? Sicuramente un vero appassionato di vetture storiche, specie di questo lignaggio, avrebbe evitato ogni riferimento, persino sul piano filosofico, alla berlinetta emiliana, ma non tutti si approcciano in modo religioso alla storia. Ci sono pure gli “infedeli” e non resta che prenderne atto, anche se con delusione.

La “Dino” EV propone un abitacolo luminoso e moderno, che sottolinea la sua natura di electric vehicle. Questo aggiunge note di stridente contrasto con le alchimie stilistiche della carrozzeria, legata al passato. L’energia dinamica giunge da un motore elettrico, sul quale non vogliamo aggiungere altro. Preferiamo ricordare la magia del cuore endotermico della vera Dino 246 GT: un 6 cilindri a V da 2.4 litri di cilindrata, alimentato da 3 carburatori doppio corpo, che eroga 195 cavalli di potenza massima, a 7600 giri a minuto, in modo sonoramente inebriante.

Lì c’è la magia della passione, dell’ardore, del coinvolgimento emotivo, che un’unità alla spina non potrà mai regalare, specie se abbinata a una carrozzeria dai tratti classici, sfacciatamente ripresa, oltretutto per un modello anni luce distante dallo spirito e dai valori originali dell’auto cui la proposta si ispira. A voi il giudizio.

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