Lo stabilimento Stellantis di Gliwice ha recentemente annunciato una riduzione di 500 posti di lavoro a causa del drastico calo degli ordini, portando alla chiusura del terzo turno di produzione. Si tratta di un’altra brutta notizia per la produzione europea di Stellantis, tra i più grandi produttori di automobili al mondo. Sempre più dura la gestione di numerosi marchi prestigiosi come Alfa Romeo, Peugeot, Fiat, Jeep e altri da una parte all’altra dell’Oceano.
Oltre ai problemi per Gliwice, lo stabilimento dedicato ai Powertrain di Bielsko-Biała ha già cessato la produzione di motori nella primavera di quest’anno. Questo sito, operativo dal 2003, ha prodotto oltre 7,3 milioni di motori diesel e benzina utilizzati in veicoli di diversi marchi del gruppo. Dopo tanti anni per questa produzione polacca di Stellantis è tempo di andare lontano e di spostare la linea di produzione in Sudamerica.
La linea produttiva è stata smontata e trasferita in Brasile, nello stabilimento Stellantis di Betim, dove proseguirà la produzione dei motori. Il terreno dello stabilimento polacco, inoltre, è stato venduto per 25 milioni di euro a un’azienda di sviluppo immobiliare. La DL Invest prevede di trasformarlo in un complesso di uffici.
Inizialmente, la Polska Grupa Zbrojeniowa aveva mostrato interesse a rilevare il sito per scopi industriali, grazie alle sue infrastrutture avanzate, ma l’investimento è stato successivamente abbandonato. La vendita segna la fine di una lunga tradizione industriale a Bielsko-Biała, dove lo stabilimento era dotato di strutture ideali per l’industria pesante, tra cui collegamenti ferroviari e macchinari specializzati.
La chiusura ha comportato due fasi di licenziamenti, con oltre 700 persone coinvolte. Alcuni lavoratori hanno ricevuto offerte per essere ricollocati in altre fabbriche del gruppo Stellantis.
Questi cambiamenti in Stellantis riflettono inevitabilmente le profonde trasformazioni in atto nell’industria automobilistica globale. Qui strategie di ristrutturazione e delocalizzazione si intrecciano con l’evoluzione tecnologica e la ricerca di maggiore efficienza produttiva. Il taglio dei costi matto e disperato sta pian piano massacrando un settore che in Europa sta faticando molto.