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Stellantis: dall’incontro col Ministero ancora un nulla di fatto

Il Ministro Urso ha chiesto a Stellantis di mettere a punto un vero e proprio piano industriale utile al rilancio dell’automotive in Italia

Sembra non volersi ancora placare il clima di tensione instauratosi fra il Governo Nazionale e Stellantis, anche all’indomani dell’ulteriore incontro fra il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy; entrambe le parti sembrano infatti aver mantenuto le proprie posizioni, senza portare quindi a soluzioni nell’immediato.

Il Governo, per bocca del Ministro Adolfo Urso, ha chiesto a Stellantis di mettere a punto un vero e proprio piano industriale utile al rilancio dell’automotive in Italia; dal canto suo Stellantis ha ammesso di avere già a disposizione un cosiddetto “piano per l’Italia”, auspicando poi che l’intera Europa possa mantenere le attuali norme in modo da garantire la necessaria stabilità al comparto. Entrambe le parti continuano quindi a viaggiare su binari paralleli, condizione che ha anche allarmato i sindacati che ora chiedono un incontro con Stellantis da effettuarsi presso la Presidenza del Consiglio avendo definito “controproducente” il Tavolo di confronto fra Stellantis e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Il Ministero ha chiesto a Stellantis di impegnarsi per la gestione di un piano utile a rivedere gli investimenti in Italia

La richiesta del Ministro Urso è apparsa molto chiara: si chiede infatti un piano industriale significato, capace di entrare nel dettaglio di ogni stabilimento italiano su cui opera Stellantis, in modo da aumentare in maniera significativa gli investimenti di Stellantis in Italia. Una condizione che secondo Urso risulta condivisa “dal Parlamento, dai sindacati, dalle regioni e dalla filiera”; tutte le parti chiedono quindi che sia Stellantis a rilanciare il comparto dell’auto in Italia, salvaguardando così i livelli occupazionali con la necessità di dare all’Italia quanto questa ha dato in passato a Fiat.

Il Governo ha chiesto quindi garanzie sui nuovi modelli e sulle risorse da impiegare, così come su investimenti proposti per la ricerca e la formazione e sulla gestione delle nuove piattaforme produttive di pari passo con la componentistica; l’Esecutivo si è reso disponibile anche per mettere in campo le risorse necessarie per sostenere gli eventuali sforzi. Il Ministro Adolfo Urso ha poi ammesso che durante il 2024 il Governo Nazionale ha investito un miliardo di euro, in accordo con Stellantis, per un incremento dei valori produttivi in Italia. Dal momento che ciò non è accaduto, come già annunciato pure in precedenza, la misura non sarà più riproposta.

Adolfo Urso
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso

Il Gruppo ha ammesso di disporre già di un vero e proprio “piano per l’Italia”

Stellantis è intervenuto al tavolo ministeriale con Daniela Poggio, vicepresidente Communication & Public Affairs per Stellantis Italia, Giuseppe Manca, responsabile dell’area risorse umane e delle relazioni industriali, e Antonella Bruno che nel Gruppo è managing director. Il Gruppo ha spiegato al Ministro Urso di avere a disposizione un vero e proprio “piano per l’Italia” ammettendo poi che non esiste la volontà di chiudere stabilimenti o di praticare licenziamenti collettivi, secondo quanto ammesso da Giuseppe Manca. Lo stesso Manca ha poi ricordato che a Melfi c’è già in programma la produzione di cinque nuovi modelli del Gruppo, aggiungendo che a Mirafiori si punterà sulla nuova Fiat 500 Ibrida e su una generazione rivista della 500 Elettrica. Il responsabile delle risorse umane di casa Stellantis ha quindi anche aggiunto che lo stop praticato agli incentivi rappresenta una problematica non indifferente, soprattutto a livello europeo.

Stellantis, secondo quanto ammesso da Daniela Poggio, ha aggiunto che in questa fase di transizione si ha necessità di politiche in grado di garantire la necessaria stabilità delle regole; “modificare ora gli obiettivi avrebbe effetti negativi”, ha aggiunto. In Stellantis hanno quindi riportato pensieri e ragionamenti già conosciuti e avanzati più volte dall’intero Gruppo e anche dal CEO Carlos Tavares.

Più delusi sono apparsi i sindacati presenti all’incontro, FIM, FIOM, UILM, ACQCFR, UGL Metalmeccanici, FISMIC e ANFIA oltre che le regioni interessate da stabilimenti del Gruppo presenti sul loro territorio. La UILM ha spiegato di voler richiedere un incontro fra Stellantis e la Presidenza del Consiglio vista “l’inefficacia del Tavolo Automotive aperto da oltre un anno”, spiegano dal sindacato. In questo modo, sempre secondo la UILM, l’aggiornamento ulteriore atteso al Ministero delle Imprese e del Made in Italy il prossimo 16 dicembre potrebbe “rappresentare una ennesima pericolosa dilazione”.

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