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Fiat Barchetta, c’era una volta la versione Coupé del piccolo sogno italiano

Il progetto fu accantonato per evitare di mettere a rischio le vendite della sorella maggiore, la Coupé, commercializzata con la Barchetta.

Fiat Barchetta

Impossibile dimenticarla, difficile mettere da parte i ricordi di una cabrio italiana. Parliamo della Fiat Barchetta, icona tra le spider italiane degli anni Novanta. La Barchetta è un po’ il sogno (contenuto) della decappottabile con cui sfrecciare sulle costiere meridionali d’Italia coi capelli al vento, ma senza far volare tutto per aria a folle velocità.

La Fiat arrivata nel 1994 conserva ancora oggi un fascino intramontabile. Forse per questo alcune sue varianti si sono fatte notare durante la mostra all’Heritage Hub in quel di Torino. Con linee sinuose e una potenza di 130 CV, questa roadster non ambiva certo alla pista, ma piuttosto a offrire divertimento di guida e uno stile giovane, accattivante.

Realizzata in quasi 60.000 unità, la Barchetta era pensata come rivale diretta della Mazda MX-5, guadagnandosi l’affetto di appassionati di tutto il mondo. Avrebbe potuto avere un successo ancora maggiore grazie a tre versioni speciali mai realizzate.

Fiat Barchetta coupé

Le versioni che giocavano su una conformazione della carrozzeria ben diversa dalla canonica cabriolet sono state tutte concepite dalla Carrozzeria Maggiora. Tra queste, spicca la Barchetta Coupé, svelata nel 1996 al Salone di Torino, forse la più iconica. Ispirata proprio alla Fiat Coupé, proponeva linee eleganti e meno aggressive rispetto alla versione poi divenuta la “tradizionale”.

Ebbe diverse recensioni positive, ma il progetto fu accantonato per evitare di mettere a rischio le vendite della sorella maggiore, la Coupé (quella vera) commercializzata insieme alla Barchetta. Nello stesso anno, la Maggiora non si è certo fermata a viaggiare con la fantasia e con il proprio team. Infatti, immaginò anche la Barchetta Trofeo, pensata per competizioni monomarca. Era dotata di un kit aerodinamico unico, con spoiler posteriore e carrozzeria alleggerita in fibra di carbonio, presentava una potenza potenziata a 160 CV. Gli interni sportivi, completi di sedili Sparco e dettagli distintivi, costituivano un pacchetto dal carattere da vera auto da gara. Il prototipo, però, rimase un sogno quando Fiat rinunciò all’idea del trofeo.

Fiat Barchetta trofeo

Nel 2000, la Maggiora progettò una variante a guida a destra per mercati come Giappone e Regno Unito. Questo modello avrebbe potuto ampliare notevolmente il successo della Barchetta, ma i costi di adattamento ne impedirono il lancio.