A sfogliare una rivista di diversi anni fa quasi non ci si crede quando si guardano le statistiche sui veicoli venduti in Italia. Anzi, per dir la verità, ci si crede ma si resta pietrificati perché sembra di osservare dati risalenti a un’era geologica fa. Andando indietro di soli vent’anni, specie dando un’occhiata alle vendite di Fiat e Alfa Romeo, sembra di parlare di un altro Paese.
Oggi, alle porte del 2025, la situazione di Fiat appare meno brillante rispetto al passato, ma se si vuole tornare indietro di due decadi si può percorrere, in una sorta di “operazione nostalgia”, un periodo in cui i marchi italiani dominavano il mercato. A leggere i dati Fiat e Alfa Romeo (e di molti altri marchi) dell’inverno 2005, del mese di dicembre, riportati su Quattroruote, potrebbe venire il magone.
E allora, andiamo indietro. Siamo a gennaio 2006, stiamo sfogliando uno dei magazine più letti d’Italia e stiamo osservando come stanno andando le tendenze di mercato a fine anno nel nostro Paese. In cima alla classifica delle auto più vendute c’è la Fiat Panda, con ben 11.756 unità, seguita dalla Fiat Seicento, seconda tra le citycar con 3.593 immatricolazioni. Nel segmento delle “Piccole”, la Fiat Punto si distingue con 9.552 vendite, a cui si aggiungono 5.555 unità della Nuova Punto, arrivando complessivamente le 15.000 immatricolazioni.
Anche modelli come la Fiat Stilo, con 1.990 unità, e l’Alfa Romeo 147, con 3.148 vendite, hanno un ruolo significativo. Quest’ultima è, per esempio, seconda tra le berline compatte, subito dietro la Volkswagen Golf, prima con 3.691 immatricolazioni.
Tra le berline medie, l’Alfa Romeo 159 si piazza al quarto posto, superata da BMW Serie 3, Passat e Mercedes Classe C, mentre nel segmento superiore emerge l’Alfa Romeo 166. Le Station Wagon vedevano la Fiat Stilo Multi Wagon terza, dietro a Ford Focus e Opel Astra.
Che riflessioni a distanza di vent’anni? Fiat, onnipresente, era protagonista in ogni segmento, con una gamma diversificata. Alfa Romeo brillava a fianco della Volkswagen, mentre Lancia iniziava a vivere un periodo di difficoltà. Che fine ha fatto quel “made in Italy” che spopolava sulle strade?