Il 2025 potrebbe essere un anno nero per lo stabilimento Stellantis di Cassino, con dati produttivi e occupazionali mai così bassi. Al termine dell’anno, si stima che saranno uscite appena 30mila vetture dai cancelli dello stabilimento, un calo drastico di circa 18-20mila unità rispetto al già disastroso 2023, fermo a quota 48mila auto prodotte. La situazione occupazionale è altrettanto critica, con il numero di lavoratori diretti che scende sotto i 2.500, un record negativo del sito produttivo.
Secondo Mirko Marsella, segretario generale della Fim-Cisl provinciale, la situazione è preoccupante: “La produzione quest’anno calerà ulteriormente, con nuove fermate collettive già previste per dicembre. Se il 2023 è stato un anno da dimenticare, il 2024 rischia di essere persino peggiore”. Prima della ristrutturazione, lo stabilimento di Cassino era in grado di produrre 480 Alfa Romeo Giulia e Stelvio per turno, con una capacità massima di 1.300 auto al giorno. Oggi, invece, si arriva a produrne appena 190 per turno unico, con un massimo di 600 unità giornaliere.
La scarsa domanda di auto elettriche non può che essere un campanello d’allarme sul futuro del sito. I nuovi modelli in arrivo a Cassino, come la Stelvio elettrica e la Giulia elettrica, confermano la scelta di puntare sul full electric.
Questa strategia, però, non sembra sufficiente per garantire a Cassino volumi produttivi in grado di sostenere i livelli occupazionali pre-crisi. Forse l’introduzione di versioni ibride potrebbe rappresentare un’alternativa, ma i tempi di sviluppo e adattamento tecnico non sono immediati. Sarebbe prevista anche una terza vettura, ma al momento non si conoscono né il marchio né le caratteristiche. Resta, in ogni caso, la condizione di scarsa capacità produttiva legata all’elettrico.
La crisi Stellantis, andando oltre Cassino, si ripercuote sull’indotto, colpito duramente. Circa 10-15 aziende con 280 lavoratori rischiano di perdere le commesse entro la fine dell’anno. La vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli, ha espresso preoccupazione durante un’audizione, sottolineando come Stellantis non abbia mantenuto gli impegni produttivi: “Avevano promesso un milione di veicoli prodotti in Italia, ma siamo arrivati a malapena alla metà”.
Angelilli ha anche evidenziato che il gruppo usufruisce della cassa integrazione senza preoccuparsi delle aziende dell’indotto, definendole “il comparto più fragile”. Nonostante le rassicurazioni sull’innovativa piattaforma STL Large e i nuovi modelli Maserati ed Alfa Romeo, il futuro dello stabilimento di Cassino appare sempre più incerto.