in

Airbag Takata: Stellantis non riesce ancora a contattare tutti i proprietari delle auto richiamate

Nella sola Francia, Stellantis segnala che oltre 50.000 clienti interessati dal richiamo non sono ancora stati rintracciati

Airbag Takata

Stellantis nei giorni scorsi ha annunciato con soddisfazione di aver riparato oltre 300.000 veicoli dotati di airbag Takata in Europa, ma ha pure riconosciuto le difficoltà nel rintracciare alcuni proprietari di modelli C3 e DS3/DS 3 coinvolti in questo richiamo di massa.  Da maggio, le reti Citroën e DS sono impegnate in un’operazione su larga scala: sostituire gli airbag conducente e passeggero di oltre 500.000 auto in Europa. Gli airbag, prodotti dal fornitore giapponese Takata, dichiarato fallito nel 2017, possono rappresentare un grave pericolo, con il rischio di causare lesioni gravi o letali.

Mancano all’appello decine di migliaia di auto con airbag Takata: Stellantis ha difficoltà a rintracciare tutti i proprietari

 Ai proprietari delle C3 e DS3/DS 3 è stato imposto persino un “Stop to drive,” una misura che li invita a sospendere immediatamente l’uso del veicolo. Sebbene tale disposizione sia comune negli Stati Uniti, rimane rara in Europa. Nonostante le critiche iniziali per la gestione della campagna, Stellantis afferma che le operazioni stanno ora procedendo in modo efficace.

In Francia, Stellantis segnala che oltre 50.000 clienti interessati dal richiamo non sono ancora stati rintracciati. L’azienda invita urgentemente i proprietari “a intervenire al più presto, considerando i gravi rischi associati ai malfunzionamenti degli airbag Takata.” Sebbene siano state inviate centinaia di migliaia di lettere raccomandate, non tutti i proprietari risultano registrati nei database di Stellantis.

airbag takata

La campagna riguarda le city car C3 e DS3/DS 3 di seconda generazione, prodotte tra il 2009 e il 2019. Molte di queste auto, ormai vicine ai 15 anni di vita, potrebbero aver avuto diversi proprietari, essere state esportate in altri Paesi o addirittura rottamate senza che il costruttore ne fosse informato, rendendo difficile il contatto tramite posta. Il problema non riguarda solo Stellantis: oltre 30 produttori, tra cui BMW, Honda, Nissan e Volkswagen, sono coinvolti. Toyota, ad esempio, ha persino avviato ricerche porta a porta in Martinica per rintracciare veicoli a rischio.