La situazione continua a farsi sempre più tesa davanti ai cancelli dello stabilimento di Piedimonte San Germano, dove il lungo sciopero dei lavoratori della De Vizia, azienda che fornisce servizi a Stellantis, non accenna a fermarsi. Oltre ai dipendenti di De Vizia, anche i lavoratori di altre tre aziende che collaborano con Stellantis, ovvero Trasnova, Logitech e Tecnoservice, si sono uniti alla protesta. Questo ha intensificato ulteriormente il clima di tensione nella zona, con un crescente numero di operai coinvolti nel fermo, facendo temere che la situazione possa proseguire o addirittura peggiorare nei prossimi giorni se non si troverà una soluzione al conflitto in corso.
Oltre ai dipendenti di De Vizia, anche i lavoratori di altre tre aziende che collaborano con Stellantis si sono uniti alla protesta
Aumentano le preoccupazioni tra gli operai, alimentate soprattutto dalla crescente incertezza riguardo al futuro. Già 32 dipendenti della De Vizia hanno ricevuto la comunicazione ufficiale di licenziamento collettivo, con la scadenza fissata al 30 dicembre, una realtà che sta diventando sempre più concreta per gli altri lavoratori delle ditte coinvolte, man mano che si avvicina la fatidica data della fine dell’anno. Il timore di perdere il posto di lavoro sta coinvolgendo un totale di 150 persone, un numero che potrebbe crescere ulteriormente se non si raggiungerà una soluzione in tempi brevi. L’incertezza riguardo alla propria posizione lavorativa sta quindi alimentando un clima di forte preoccupazione e stress tra i dipendenti delle aziende coinvolte.
La crisi che sta colpendo Stellantis si sta estendendo a tutte le sue sedi, e negli ultimi giorni il presidio è stato rafforzato con la partecipazione anche dei lavoratori provenienti dallo stabilimento di Pomigliano d’Arco. Le attività svolte dalle ditte appaltatrici sono fondamentali per il regolare funzionamento dell’impianto, ma la dirigenza ha preso la decisione di internalizzare questi servizi. Già in fase di attuazione è la richiesta ai capi unità di selezionare circa un centinaio di operai, che dovranno sostituire coloro che perderanno il posto di lavoro a causa della fine degli appalti, un cambiamento che, con l’avvicinarsi della scadenza, sta mettendo ancora più pressione sui dipendenti coinvolti.