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3 auto stradali Lancia e Ferrari nate per omologare dei bolidi di gruppo B

Sono dei modelli speciali, che hanno lasciato il segno nel cuore degli appassionati.

Auto Ferrari GTO
Foto Ferrari

Nei mitici anni Ottanta, fiorirono in Italia 3 auto sportive stradali in serie limitata, pensate per fornire la base per l’omologazione e lo sviluppo di altrettante creature destinate all’universo agonistico. Due di queste, firmate Lancia, ebbero modo di esprimersi in gara, mentre la terza, nata in casa Ferrari, fu privata di questa possibilità, per una revisione normativa voluta dalla Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), in seguito al drammatico incidente occorso al pilota Henri Toivonen e al suo copilota Sergio Cresto nel Tour de Corse. Scopriamole insieme.

Lancia Rally 037 Stradale: un’auto esotica

auto lancia rally 037 stradale
Foto FCA Heritage

Questa vettura, anche nella versione destinata alle clientela “comune”, sfoggia un abito sportivo, dove si coglie la parentela con l’universo racing. Il suo debutto in società prese forma al Salone dell’Auto di Torino del 1982. Derivata dalla Beta Montecarlo, la Lancia Rally 037 Stradale aveva un’indole e un temperamento molto più incisivi. Anche la tela tecnologica si spingeva molto più avanti, con soluzioni ingegneristiche di grande raffinatezza.

La sua carrozzeria, in poliestere sottile e con rinforzi in vetroresina, trova ancoraggio in un telaio a struttura mista: in parte monoscocca in parte tubolare. Quest’ultima offre supporto al motore a 4 cilindri in linea, da 2 litri, con 16 valvole e compressore “Volumex”, per una potenza massima di 205 cavalli. Ciò si traduce in uno scatto da 0 a 100 km/h in meno di 7 secondi e in una velocità di punta nell’ordine dei 220 km/h. La trazione è posteriore.

Molto ambizioso l’obiettivo di affrontare in questo modo la superiore efficacia sui percorsi di gara delle rivali a quattro ruote motrici, ma la Lancia Rally 037 da corsa seppe mettersi in buona luce, vincendo il titolo mondiale costruttori nella stagione agonistica 1983.

Lancia Rally 037 FCA Heritage video

La potenza massima della belva di Gruppo B era di 260 cavalli nella prima uscita sportiva, ma crebbe in fretta, portandosi fino a 350 cavalli con lo step del 1985. Il tutto su un peso inferiore ai 960 chilogrammi. Grandiosa la sua agilità.

Lancia Delta S4 Stradale: una belva vulcanica

Lancia Delta S4 Stradale
Foto Lancia

Anche qui il look è di taglio racing, con pochi compromessi per l’uso quotidiano. Pur non essedo aggressiva come la sorella da gara, si fa notare. Facile immaginare l’effetto che un mezzo del genere può fare nelle vie dello shopping, anche se questo non è certo il suo habitat naturale.

Erede della precedente Rally 037, la Lancia Delta S4 Stradale si differenzia per la maggiore similitudine con un’auto del listino ordinario e per la presenza della trazione integrale, scelta dai tecnici della casa torinese per contrastare meglio il passo delle agguerrite rivali del Campionato del Mondo Rally. Ancora più sofisticata la tecnologia rispetto al modello rimpiazzato nella line up sportiva della casa torinese.

Sotto il cofano anteriore libera la sua energia un motore a 4 cilindri in linea da 1.8 litri, con turbocompressore e compressore volumetrico, per una potenza massima di 250 cavalli. L’apporto della sovralimentazione mista aggiunge vigore su tutta la gamma dei regimi di rotazione, per un tiro sempre molto energico. Qui il passaggio da 0 a 100 km/h passa in archivio in 6 secondi, mentre la velocità massima raggiunge i 225 km/h.

Lancia Delta S4
Foto da profilo Twitter RM Sotheby’s

Sulla Lancia Delta S4 da gara la potenza era inizialmente di 450 cavalli, ma a fine carriera si spinse a quota 530 cavalli. Nel biennio di attività agonistica ufficiale, la belva torinese mise a segno 5 vittorie e 15 podi in 12 gare disputate nel mondiale rally.

Ferrari GTO: l’auto che ha rinnovato il mito

Auto Ferrari GTO
Foto Ferrari

Questa è una delle auto più affascinanti di sempre della casa di Maranello. Porta il nome del modello simbolo del marchio, nato come espressione suprema della serie 250, e ne onore al meglio il ricordo, anche se non ha avuto una carriera sportiva, per un improvviso cambio regolamentare. Con la Ferrari GTO del 1984 si è aperto ufficialmente il cantiere delle supercar in serie limitata che interpretano al meglio l’ingegneria e la connessione con le corse delle auto stradali del “cavallino rampante”. Dopo di lei è stato il turno delle varie F40, F50, Enzo, LaFerrari, F80.

Sublime il trattamento stilistico della carrozzeria, firmata Pininfarina. Le sue forme sono scultoree e rapiscono i sensi. Siamo al cospetto di un capolavoro assoluto, che guadagnerebbe la scena anche nella sala principale del Louvre. Il modo in cui miscela l’eleganza all’aggressività è, a dir poco, sublime. Pensata per “gettare lo stampo” al raggiungimento dei 200 esemplari richiesti per l’omologazione in Gruppo B, fu prodotta poi in 272 esemplari, per non deludere alcuni affezionati clienti che non erano riusciti ad entrare nella ristretta lista iniziale.

Fantastica da vedere, la Ferrari GTO è altrettanto coinvolgente sul piano meccanico e dinamico. Sotto il cofano posteriore pulsa un motore V8 biturbo da 2855 centimetri cubi di cilindrata, che sviluppa una potenza massima di 400 cavalli, su un peso di 1160 chilogrammi. Quanto basta per archiviare in 4.9 secondi il passaggio da 0 a 100 km/h e per raggiungere una velocità di 305 km/h.

Auto Ferrari GTO Evoluzione
Foto da profilo Facebook Musei Ferrari

La sua versione da corsa, battezzata 288 GTO Evoluzione, prese forma nel 1985, ma non ebbe la possibilità di esprimersi in gara, per la sospensione del Gruppo B, in funzione del quale era stata progettata. Qui i cavalli erano 650, esercitati su un peso di 940 chilogrammi.

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