Le tensioni accumulate alla direzione di Stellantis e tra gli investitori sembrano aver raggiunto il culmine con le dimissioni improvvise dell’amministratore delegato Carlos Tavares, arrivate ieri, nel pomeriggio di domenica. Il motivo principale della rottura sarebbero i deludenti risultati ottenuti in Nord America, una regione strategica per i profitti del gruppo.
Stellantis, con marchi statunitensi iconici come Jeep, Chrysler e Ram Trucks, ha registrato un rallentamento nelle vendite e difficoltà per i concessionari nel ridurre i propri stock di veicoli. Nei primi nove mesi del 2024, le vendite complessive negli Stati Uniti sono crollate del 17%, con numeri che riflettono una crisi profonda. Nel terzo trimestre, le consegne sono state pari a 299.000 unità, in netto calo rispetto alle 470.000 dello stesso periodo dell’anno precedente. Questo declino si è tradotto in una forte contrazione dei ricavi, scesi da 21,5 miliardi di dollari a soli 12,4 miliardi.
La casa automobilistica aveva provato a evidenziare un “movimento” positivo, dichiarando di aver ridotto le scorte dei concessionari statunitensi di oltre 80.000 unità entro la fine di ottobre, avvicinandosi così all’obiettivo di riduzione di 100.000 unità. Tuttavia, la situazione complessiva del gruppo Stellantis in Nord America è rimasta critica.
Secondo il quotidiano The Detroit News, tra luglio e settembre le vendite dei principali marchi nordamericani del gruppo Stellantis sono scese a picco: Jeep ha segnato un calo del 6%, Ram Trucks ha perso il 19%, mentre Chrysler ha subito un tracollo del 47%. Perfino modelli di punta come la Jeep Wrangler e la Jeep Grand Cherokee hanno accusato rispettivamente una flessione del 14% e del 6%. Numeri che hanno avuto effetti a catena su produzione e, quindi, revisione dei costi e tagli. Su queste conseguenze i sindacati si scatenano da mesi.
Anche il mercato azionario ha reagito duramente. Dall’inizio del 2024, le azioni Stellantis hanno perso oltre il 40% del loro valore, un dato decisamente peggiore rispetto alle concorrenti americane. Persino grandi nomi in crisi hanno avuto un crollo minore: Ford ha registrato una perdita più contenuta del 7%, mentre General Motors ha addirittura guadagnato il 55%.
In risposta alla crisi, ad ottobre Stellantis aveva riorganizzato il vertice nordamericano, sostituendo il responsabile di mercato Carlos Zarlenga e la direttrice finanziaria Natalie Knight. Con Tavares non direttamente coinvolto in questa revisione, il gruppo ha confermato che l’amministratore delegato non avrebbe ottenuto il rinnovo del mandato in scadenza, prevista nel 2026. Una fine annunciata da tempo, che ha stupito in pochi, ma che lascia macerie non indifferenti.