Diversi giovani clienti che hanno deciso di acquistare una nuova auto nel corso dell’ultimo anno, hanno sicuramente considerato le proposte fresche e allettanti di marchi come Fiat e Peugeot. I due brand, parte della nutrita lista di case produttrici all’interno del gruppo Stellantis, però hanno subito gravemente, molto più di quanto ci si poteva aspettare, la concorrenza.
Gli stessi clienti che prima acquistavano una compatta o una city car media tra i marchi Stellantis si è rivolta a marchi come Kia, Hyundai, Toyota, Dacia. Il prezzo finale di molte proposte non completamente elettriche resta in questi concorrenti quasi sempre al di sotto dei 20mila euro. Forse è questa una delle più grosse criticità che ha segnato la gestione di Carlos Tavares, CEO di Stellantis fino alla sua recente uscita avvenuta ieri.
L’aumento dei prezzi dei modelli di fascia media, che ha spinto molti consumatori verso marchi concorrenti più economici. Un’analisi condotta da JATO Dynamics, insieme a interviste con concessionari e dirigenti del settore, conferma che questa strategia ha penalizzato Stellantis.
Tavares, in carica dal 2021, anno della fusione FCA-PSA, ha inizialmente riscosso successo con tagli dei costi e margini di profitto operativi invidiabili, quasi il doppio rispetto a Volkswagen e Renault. Tuttavia, il crollo delle vendite nel mercato nordamericano e il calo della quota di mercato in Europa hanno fatto emergere i limiti di questa strategia.
Dati ACEA indicano che Fiat ha perso metà della sua penetrazione nel mercato europeo, scendendo all’1,8%, mentre Citroen è calata al 2,2%. In Europa, il prezzo medio di un’auto Stellantis ha superato i 40.000 euro, un valore superiore a quello di concorrenti come Renault e Mitsubishi. Anche modelli iconici come la Fiat 500 sono disponibili solo in versione elettrica, con un prezzo di circa 29.000 euro, allontanandosi dalla tradizionale accessibilità economica del marchio.
I concessionari lamentano una gamma sempre meno competitiva, con l’abbandono progressivo dei modelli entry-level. Questa tendenza ha avvantaggiato i costruttori asiatici, come Hyundai e Toyota, che offrono auto più economiche e in linea con le aspettative dei consumatori. Con 14 marchi sotto il proprio controllo, inoltre, Stellantis fatica a differenziare la propria offerta. La sovrapposizione tra Fiat e Citroen nel segmento economico, e tra Jeep e Alfa Romeo in quello premium, complica ulteriormente la strategia del gruppo.