Il momento di crisi nera non è decisamente passato, ma anzi continua a mettere in grave apprensione migliaia di lavoratori del gruppo industriale, il quarto grande nome nel mondo. Stellantis, infatti, ha deciso di estendere di altre due settimane la sospensione della produzione nel suo stabilimento di Mirafiori, il centro produttivo nei pressi di Torino, portando lo stop fino al 20 gennaio.
La notizia risulta già confermata giovedì dal rappresentante sindacale della FIOM-Cgil, Gianni Mannori, in una dichiarazione a Reuters. Anche se questa decisione risulta anticipata dal quotidiano MF, non compare ancora ufficialmente comunicata dall’azienda. Visti i numeri già preoccupanti dello stabilimento non stupirebbe una conferma ufficiale, anche se ormai si tratta di una pura formalità da parte di Stellantis.
Stellantis, infatti, ha preferito non commentare le speculazioni circolate sui media, sottolineando che sta ancora valutando la situazione degli ordini per gennaio e che fornirà aggiornamenti solo nelle prossime settimane. “La prossima settimana faremo degli annunci riguardo alle attività previste per gennaio”, ha dichiarato la compagnia in una nota.
Lo stabilimento di Mirafiori, sede storica della Fiat, ha già dovuto affrontare diverse interruzioni della produzione durante l’anno, principalmente a causa della debole domanda della Fiat 500 elettrica e dei modelli Maserati sportivi prodotti in questa fabbrica. La prima è diventata quasi il simbolo di una rovinosa caduta dell’iconica vettura italiana, il secondo è il brand forse tra i più problematici e “in rosso” in Stellantis.
La sospensione della produzione nello stabilimento torinese di Stellantis è stata inizialmente annunciata alla fine di dicembre, quando Stellantis aveva previsto di fermare le linee di assemblaggio per tutto il mese, con un ritorno previsto solo il 5 gennaio. La causa principale di queste interruzioni era stata la “continua incertezza nelle vendite” di veicoli elettrici in Europa e delle auto di lusso in mercati chiave come la Cina e gli States, che continuano a soffrire a causa della fluttuante domanda.