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Stellantis, la situazione in vista del piano Italia è ancora nebulosa, si punta sulle city car

Stabilimento Stellantis Pomigliano

L’Italia si trova di fronte a due grandi sfide industriali, mentre si approssima il tavolo del governo sull’automotive tricolore: restare in corsa per la produzione di modelli mass market lungo i confini nazionali e riuscire a confermare il polo di produzione di batterie nella attuale fabbrica di motori di Termoli.

Due temi industriali i cui esiti, alla luce della situazione, si prospettano non proprio scontati. Tanto che la loro soluzione potrebbe arrivare non nei prossimi giorni, ma in un arco di tempo tale da arrivare a mesi.

L’unica cosa che al momento sembra sicura è il fatto che in Italia ci sarà la produzione in un segmento di massa. E che tale produzione non avverrà solo a Mirafiori, ma dovrebbe allargarsi anche a Pomigliano. Queste sono le rassicurazioni che Jean Philippe Imparato, numero uno del gruppo italofrancese in Europa, ha dato ai sindacati nel corso dell’ultimo incontro avvenuto a Torino. Ora resta però da capire se è questo il piano Italia di cui si parla in vista del tavolo governativo o se, invece, ci si può attendere qualche altra novità.

Mentre si parla di piano Italia, Mirafiori è al 18°anno di ammortizzatori sociali

Le assicurazioni di Imparato vanno unite a quanto detto da Giuseppe Manca, direttore delle risorse umane e delle relazioni industriali, nel corso di Atreju, l’evento organizzato come ogni anno da Fratelli d’Italia. È stato lui, durante un dibattito dedicato alla crisi dell’industria automobilistica e della filiera tricolore ad affermare che Stellantis spera di portare buone notizie Solo che ha poi aggiunto una piccola postilla la quale non sembra lasciare del tutto tranquilli gli osservatori. Queste le parole incriminate: “Evito di spoilerare alcune novità che ci saranno. Cosa potremmo aggiungere? Speriamo di non togliere, vediamo, dovremo necessariamente monitorare il mercato”. Proprio lo stato in cui versa il mercato, però, è estremamente complicata.

Sede Stellantis Torino

A testimoniarlo è anche il fatto che l’azienda continui a prendere tempo sulla possibilità di installare in Italia la nuova piattaforma Stellantis Small. Ovvero quella che verrebbe utilizzata per la produzione della nuova generazione di auto del segmento B per il Gruppo. Un continuo rimando che non sembra promettere bene.

Dalle parole di Imparato che abbiamo ricordato all’inizio sembra emergere un ruolo di rilievo, per Mirafiori. Lo stabilimento considerato il simbolo dell’industrializzazione del Paese, nel corso dell’ultimo biennio si è assicurato una serie di nuove missioni industriali. Un novero in cui rientrano il Centro per l’Economia Circolare o il Battery Lab. Intanto, però è arrivato al 18esimo anno di fila di ammortizzatori sociali. Tanto da chiudere l’accordo per il contratto di solidarietà, fino alla prossima estate, cui saranno sottoposti i mille addetti della linea della 500 e i circa ottocento che lavorano alla Maserati.

Ridurre i costi della metà: l’impresa assegnata agli Enti centrali è complicata

Stellantis ha assegnato un incarico ben preciso agli ingegneri degli Enti centrali: ridurre del 50% gli attuali costi di produzione. Una impresa la quale si prospetta abbastanza complicata. In questo quadro si dovranno inserire la produzione della Fiat 500 e, forse, quella della Panda.

Per quanto concerne il primo modello, la sua ridefinizione è stata incardinata lungo tre direttrici. La prima delle quali è naturalmente la versione elettrica della city car, ormai arrivata al suo quarto anno di vita. Con risultati di mercato che sono però preoccupanti, tanto che al calo delle vendite ha fatto da riscontro il funzionamento a singhiozzo delle linee produttive. Sono infatti solo 20mila le vetture prodotte sino al passato mese di settembre. La revisione annunciata da Stellantis, 500 BEV Technical refresh, dovrebbe vedere la luce nel 2027 e adotterà un motore elettrico di fornitura cinese mutuato dai modelli elettrici dei marchi ex Psa su piattaforma Stla Small, cui si aggiungerà un pacco batteria il quale verrà realizzato all’interno di Mirafiori.

Il secondo modello è rappresentato dalla nuova Fiat 500 ibrida. Che una volta entrata in produzione potrebbe vedere la costruzione di circa 100mila unità annuali. In questo momento si sta sta lavorando alla progettazione, resa abbastanza complicata dalla necessità di dare vita a un modello endotermico mini-ibrido che dovrà condividere lo stesso pianale della 500 bev.

La terza direttrice è invece quella concernente lo sviluppo della nuova famiglia di 500 BEV, che dovrebbe avere inizio nel 2030. Una direzione la quale è stata anticipata dallo stesso Imparato nel corso dell’incontro di Torino coi sindacati.

La partita delle city car potrebbe riguardare anche la Panda

Sin qui il discorso relativo al modello più iconico delle city car di casa Stellantis. Il discorso, però, potrebbe andare a coinvolgere anche la Panda, ovvero uno dei modelli di lungo corso del gruppo italofrancese.

Stabilimento Stellantis Pomigliano

In questo caso, lo stabilimento di Pomigliano è in grado di assicurare, da solo, quasi il 60% della produzione italiana dell’azienda. Contrariamente a quanto accaduto alla 500, il modello ha dato vita ad una traiettoria in crescita. Nel corso dei primi nove mesi del 2024, infatti, sono state commercializzate 110.900 unità, quindi il 17% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il management di Stellantis ha già dato ampie rassicurazioni sull’intenzione di tenere la Panda a Pomigliano fino al 2029. La domanda, naturalmente, è relativa alle intenzioni della casa dopo quella data. La speranza dei sindacati, ovviamente, è che Pomigliano resti la casa della Panda anche nel futuro. Una speranza che in tempi di globalizzazione, può però rapidamente evaporare.

L’ultima questione che continua ad agitare i rapporti tra Stellantis e il governo è quella rappresentata dalla gigafactory italiana. Il progetto, com’è noto, era stato inizialmente assegnato a Termoli, per poi essere messo in stand by a causa dello stato di incertezza che regna sul mercato.

Nonostante ciò, il futuro dell’automotive italiano continua a dipendere proprio da questo insediamento produttivo. E questo è il motivo per cui in molti continuano a scrutare l’orizzonte nella speranza di intravvedere una schiarita in tal senso. Una schiarita che potrebbe giungere proprio dal nuovo piano Italia su cui si sta parlando molto in queste ore. La speranza è che la montagna non partorisca l’ormai classico topolino. Non resta che attendere gli sviluppi del tavolo tra Stellantis e governo per capire le reali fattezze del nuovo programma del gruppo per il nostro Paese.