L’ex CEO Carlos Tavares ha lasciato un’impronta controversa in Stellantis, scatenando un caos gestionale che ha costretto l’azienda a rivedere alcune delle sue decisioni strategiche più ambiziose. Ora, alla guida del colosso automobilistico, troviamo John Elkann, nipote di Gianni Agnelli, che ha assunto il doppio ruolo di presidente e amministratore delegato.
Con il benestare del Consiglio di Amministrazione, le dimissioni di Tavares sono diventate effettive immediatamente, lasciando Elkann con la piena possibilità di gestire un conglomerato che include marchi come Fiat, Jeep, Alfa Romeo, Maserati e Peugeot, Dodge e RAM tra gli altri.
Elkann, già presidente di Ferrari e leader di Exor, si trova ora a fronteggiare sfide complesse, ereditando una situazione che molti osservatori di Stellantis descrivono come critica. Sotto la precedente gestione, alcuni brand hanno subito una drastica perdita di competitività, specialmente sul mercato nordamericano, dove il declino di brand storici come RAM e Dodge è stato particolarmente evidente.
Proprio per arginare questa crisi, RAM ha richiamato Tim Kuniskis, uno dei suoi manager più esperti, già noto per aver rilanciato Dodge in passato. Kuniskis non nasconde la difficoltà del compito, ma si dice pronto a lottare e a “farsi il mazzo” per riportare i marchi sotto la sua gestione ai fasti di un tempo.
Tra le questioni più spinose, vi è il progressivo abbandono dei motori HEMI V8, una decisione impopolare che molti attribuiscono alle politiche di Tavares, accusato di aver anteposto il contenimento dei costi alla qualità e all’innovazione nel gruppo Stellantis. Questo approccio avrebbe portato a un taglio della forza lavoro del 14% dal 2020 e alla semplificazione di alcuni modelli, rendendoli meno competitivi rispetto alla concorrenza.
La crisi di Stellantis, come sappiamo, non riguarda solo i marchi americani. Anche il blocco dei motori PureTech ha inciso negativamente sulla reputazione e sulle vendite del gruppo, aggiungendo ulteriore pressione su Elkann e il suo team. Tuttavia, il nuovo corso punta a invertire la tendenza, con una visione più equilibrata tra profittabilità e valorizzazione dei prodotti.