Dopo Charles Leclerc, anche Carlos Sainz Jr. ha ricevuto la sua Ferrari Daytona SP3 a Monte Carlo. La consegna dell’auto è avvenuta presso la concessionaria monegasca del “cavallino rampante”, dove la clientela di fascia alta è di casa. Il pilota spagnolo ha scelto, per il suo esemplare, una carrozzeria in tinta grigio, con livrea rossa. Nel video possiamo cogliere in pieno la sua emozione, per l’arrivo di questa meravigliosa supercar, che inebria in tutte le dimensioni sensoriali.
Stiamo parlando, forse, della Ferrari più carismatica dai tempi della mitica F40. Il suo stile rapisce gli sguardi e conquista il cuore, guadagnando alcuni dei suoi battiti migliori. Qui Flavio Manzoni si è espresso al meglio, facendo dimenticare le perplessità suscitate da altre sue opere. Il design della Ferrari Daytona SP3 supera a pieni voti il giudizio visivo, con il sigillo della lode.
Nei suoi tratti si leggono delle parentele con la 330 P4 e con la 250 P Berlinetta Speciale Pininfarina ma, nonostante i chiari rimandi a quelle due creature, il look vanta una specifica personalità, che la rende inconfondibile. La sportiva in esame non ha nulla a che vedere coi remake: i collegamenti con la storia sono nell’aria e si percepiscono da ogni prospettiva d’osservazione, ma in una tela moderna, con un suo lessico ben definito, che esplora nuovi sentieri dialettici. Impossibile non innamorarsene.
La Ferrari Daytona SP3 è una vettura che crea dipendenza. Un po’ come tutte le “rosse”, ma meglio della stragrande maggioranza delle “rosse”, come abbiamo evidenziato in un precedente articolo. Il modello appartiene alla Serie Icona, di cui scrive il terzo capitolo, dopo le Monza SP1 ed SP2. Come le altre due, celebra la storia più nobile del marchio, evocando la magia di alcune delle auto più carismatiche del passato. In questo caso, come già scritto, le muse ispiratrici sono state la fantastica 330 P4 e la 250 P5 Berlinetta Speciale Pininfarina, che ha guidato le scelte stilistiche dello specchio di coda.
Il nome scelto per il modello rende omaggio alla tripletta conseguita dalla casa di Maranello alla 24 Ore di Daytona del 1967 e mette in risalto, nella parte finale, lo step di avanzamento messo a segno nell’ambito della già citata Serie Icona, che presto potrebbe veder nascere una vettura ispirata alla mitica F40. La Ferrari Daytona SP3 deriva dalla Ferrari LaFerrari Aperta, da cui eredita il telaio in fibra di carbonio. Qui, però, il motore ha perso la componente elettrica, consegnandola alla dimensione endotermica pura, senza alcuna forma di ibridazione. Facile intuire come questo faccia bene allo spirito, soprattutto in un’auto che punta sul fascino della purezza per regalare i brividi sensoriali migliori.
Sotto il cofano posteriore della supercar emiliana pulsa un motore V12 aspirato da 6.5 litri di cilindrata, che sviluppa la bellezza di 840 cavalli vapore, offerti al piacere con progressioni entusiasmanti e musicalità meccaniche da antologia. Il sound di questa unità propulsiva crea dipendenza, esattamente come le linee della carrozzeria. Un cuore meccanico del genere meriterebbe la tutela dell’Unesco.
Stiamo parlando di un capolavoro assoluto dell’arte ingegneristica, che solo a Maranello poteva prendere forma. Sì, alcune auto elettriche fanno meglio in termini di potenza e di accelerazione, ma c’è davvero qualcuno che voglia paragonare uno scarabocchio a un quadro del Caravaggio o a una scultura di Michelangelo, sul piano estetico od emotivo? In ogni caso, le prestazioni della Ferrari Daytona SP3 sono al top anche nello scatto da fermo, con un passaggio da 0 a 100 km/h in 2.85 secondi e da 0 a 200 km/h in 7.4. La velocità massima si spinge oltre la soglia dei 340 km/h. Numeri strepitosi, ma il piacere sensoriale è molto più alto di quanto le cifre lascino intendere. Gli occhi lucidi di Carlos Sainz Jr., alla consegna del suo esemplare a Monte Carlo, sono una cartina di tornasole di questa eccellenza, che lascia a bocca aperta anche un pilota di Formula 1.